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ACQUAROSSA

Quei cani che seminano scompiglio

Morsi alcuni clienti di un ristorante. E residenti spaventati nell'andare alla posta. Il caso ora è nelle mani del veterinario cantonale.
Ti-Press
Sulla destra (in rosso) il ristorante Valsole.
Quei cani che seminano scompiglio
Morsi alcuni clienti di un ristorante. E residenti spaventati nell'andare alla posta. Il caso ora è nelle mani del veterinario cantonale.

ACQUAROSSA - Ad Acquarossa, splendida e soleggiata località bleniese, due pastori maremmani seminano scompiglio. Tanto che recentemente il gerente del ristorante Valsole, ritrovo molto amato, ha deciso di rescindere anticipatamente il suo contratto e abbandonare la struttura. Alcuni suoi clienti sarebbero stati morsi dai cani. E lui non avrebbe più retto le tensioni.

Animali liberi – Non solo. Diversi abitanti di Acquarossa avrebbero il timore di recarsi all'ufficio postale che si trova proprio nei pressi del Valsole. A suscitare sensazioni negative sarebbe il fatto che i cani in questioni vengono spesso lasciati liberi. E molta gente, non essendo preparata a un incontro del genere, finirebbe per spaventarsi.

Grattacapi – La vicenda va avanti ormai da anni e sta creando diversi grattacapi al Municipio. Ora il vaso sembra colmo. «Noi abbiamo fatto tutti i passi necessari – sostiene la sindaca Michela Gardenghi –. Il caso adesso è nelle mani del veterinario cantonale e della polizia. Saranno loro a dovere eventualmente agire».

Per ora niente compromessi – Ma come si è arrivati a una telenovela del genere? La proprietaria dei cani, che vive nella zona del Valsole, non sarebbe disposta a scendere a compromessi. «È un peccato che si sia creata questa situazione – ammette la sindaca –. Noi facciamo di tutto per mantenere una certa serenità ad Acquarossa. È un bellissimo Comune. Purtroppo in questa circostanza non riusciamo a mediare. Speriamo ancora in una soluzione pacifica».

Addio in anticipo – La chiusura del Valsole, che è situato a poche decine di metri dall'ospedale, è stata uno choc per parecchi clienti. «Ci siamo rimasti male anche noi – spiega Gardenghi –. Però va specificato che il gerente era in ogni caso in scadenza di contratto. Ha anticipato di qualche mese il suo addio. Certamente la questione dei cani maremmani ha avuto il suo peso. Era un po' esasperato». 

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