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Ancora bufera sul Gimnasium: «Chiedono migliaia di franchi per abbonamenti disdetti anni e anni fa»

A segnalarcelo diversi ex iscritti. E a una giovane è stato venduto un abbonamento poche ore prima della chiusura.
Tio/20Minuti
Ancora bufera sul Gimnasium: «Chiedono migliaia di franchi per abbonamenti disdetti anni e anni fa»
A segnalarcelo diversi ex iscritti. E a una giovane è stato venduto un abbonamento poche ore prima della chiusura.

CASTIONE - «Prima della chiusura, la direzione del Gimnasium cercava di spillare soldi qua e là». A segnalarcelo sono diversi ex abbonati della nota palestra di Castione, chiusa da un giorno all'altro lo scorso 22 gennaio.

«Ho stipulato un abbonamento al Gimnasium nel settembre del 2019», ci dice un 34enne del Bellinzonese. «A marzo 2020 è però scoppiata la pandemia e le palestre sono state costrette a chiudere. Vista la situazione ho quindi consegnato la mia disdetta alla reception e ridato la tessera che veniva utilizzata per l’accesso. Il ragazzo della reception mi ha detto che era a posto così, ed è finita lì».

«Dicevano "Ci devi 5'500 franchi"» - Peccato, però, che non sarebbe davvero finita lì. «A ottobre 2024 sono stato contattato telefonicamente dal Gimnasium, e un dipendente mi ha detto che non avevo mai disdetto, che il mio abbonamento si era rinnovato automaticamente per tutto questo tempo e che dovevo loro 5’500 franchi di arretrati». Il 34enne, però, non ci sta. «Io avevo consegnato la disdetta in forma cartacea, come loro chiedevano, e non ho più usufruito della palestra. Inoltre in tutti quegli anni non ho mai ricevuto nessun richiamo di pagamento né alcun tipo di documento dal Gimnasium».

A quel punto, di fronte alle proteste dell’ex abbonato, a intervenire è il direttore della palestra. «Mi ha detto "se vuoi uscirne senza pagare questi arretrati fai un abbonamento adesso, paghi in contanti e siamo a posto"». Al che il 34enne si rivolge a un avvocato. «Siamo andati di persona in palestra e abbiamo incontrato il direttore. Lui sosteneva che avevano avuto un problema a livello informatico e che avevano perso i dati relativi agli abbonamenti. Noi abbiamo spiegato loro che c’era poco da inventarsi e loro non si sono più fatti sentire. Ciononostante, proprio il giorno dello sfratto, mi è arrivato a casa un sollecito di pagamento di 1’100 franchi. E il giorno dopo, quando ho letto la notizia della chiusura, ho capito che avevano effettivamente cercato di fregarmi».

A preoccupare è anche il fatto che molte altre persone, stando a varie segnalazioni da noi ricevute, sembrano aver vissuto la stessa esperienza.

«C'è chi prendeva paura e pagava» - E a confermare che dietro queste comunicazioni ci sarebbe stato un modus operandi quantomeno sospetto è un’ex dipendente del Gimnasium. «Il direttore ha iniziato con questa storia degli abbonamenti mai disdetti a metà 2024, e faceva chiamare queste persone da noi collaboratori. Alcune prendevano paura e pagavano, mentre altre, giustamente, si rifiutavano. Io non mi sentivo bene a chiedere quei soldi, perché sapevo che non era giusto...e giravano fatture anche da 20'000 franchi. Va detto, poi, che le disdette le prendevamo cartacee e le tenevamo in un cassetto. Non venivano mai digitalizzate, quindi potevano benissimo andare perse, a maggior ragione dopo tutti quegli anni».

Ma non finisce qui. «Già a giugno 2024 al Gimnasium si parlava di fallimento, c’erano stipendi arretrati e il direttore ci aveva detto che in ogni caso, per volere della proprietà, entro il 2026 avremmo dovuto lasciare lo stabile. Quanto è successo, quindi, non è sorprendente come il direttore sembra sostenere. Si sapeva che sarebbe potuto succedere qualcosa del genere».

Campanelli d'allarme - Secondo l’ex dipendente, al Gimnasium regnava inoltre una malagestione generale. «Spesso i salari venivano pagati in ritardo e senza alcun preavviso. E se chiedevamo spiegazioni al direttore, ci veniva risposto che “c’erano altre cose più urgenti da pagare” e che “non tenevamo abbastanza all’azienda e al nostro lavoro”.

Alcune attività, all’interno del centro fitness, non sarebbero inoltre state svolte in maniera regolare: «L’ispettore doveva intervenire di frequente. È accaduto ad esempio che dei dipendenti della palestra si occupassero del servizio di babysitting, quando può essere svolto solo da persone formate in quest'ambito. Gli apprendisti, poi, venivano fatti lavorare anche le domeniche e i giorni festivi, nonostante questo non sia consentito dalla legge, e venivano spesso mandati dal direttore a lavare la sua auto o a comprargli il pranzo». 

«Mi hanno venduto l'abbonamento il giorno della chiusura» - A fornirci la sua testimonianza, infine, è una 30enne del Bellinzonese a cui è stato venduto un abbonamento addirittura il giorno stesso dell’improvvisa chiusura. «Ho fatto un allenamento di prova al Gimnasium lunedì 20 gennaio e mercoledì 22, intorno alle 11, mi sono iscritta. Ero partita con l’idea di fare un abbonamento di sei mesi, ma il collaboratore con cui ho parlato mi ha convinta a stipularne uno da 13 mesi, dicendo che mi sarebbe costato solo 200 franchi in più e che mi offrivano un mese supplementare. Così ho accettato. La sera arrivo sul posto per allenarmi e trovo un foglio attaccato alla porta che annunciava la chiusura. Mi rifiuto di credere che quella mattina, quando mi è stato venduto l’abbonamento, nessuno sapesse che lo sfratto era imminente. Mi sono sentita fregata e presa in giro».

«Risultavano 300 soci inadempienti» - Da noi interpellato il direttore del Gimnasium respinge le accuse al mittente. «Nel contratto è chiaramente indicato che se il socio non disdice l'abbonamento 30 giorni prima della scadenza, tramite lettera raccomandata, il rinnovo è automatico. Da una decina d’anni la gestione degli abbonamenti avviene tramite un programma informatico e nel maggio dello scorso anno, durante un audit interno, ci siamo accorti che il sistema di rinnovo non funzionava correttamente da oltre cinque anni. A quel punto abbiamo incaricato una ditta specializzata di ripristinare il sistema e sono saltati fuori circa 300 soci inadempienti. La disdetta di queste persone non risultava da nessuna parte, quindi la nostra amministrazione ha mandato i richiami. Questo è il motivo per il quale i soci non hanno ricevuto regolari solleciti».

«Legalmente avremmo potuto insistere per il pagamento totale», sostiene il direttore, «ma era chiaro anche a noi che sarebbe stato inopportuno. Abbiamo quindi proposto ai clienti un colloquio e abbiamo discusso e trovato delle soluzioni individuali, nella maggior parte dei casi con il pagamento di un anno di abbonamento e la possibilità di recuperare il tempo perso. Preciso inoltre che abbiamo tenuto buone anche le disdette ricevute tramite mail e in forma cartacea, se timbrate e firmate da parte nostra».

E, riguardo al fatto che nel giugno del 2024 già si parlava di sfratto: «Stavamo cercando un altro stabile e avevamo individuato alcune soluzioni, con tempistiche (si parlava del 2027) di cui si era discusso anche con la proprietà. Volevamo spostarci, non cessare l’attività».

Per quanto concerne invece l’abbonamento venduto a un’iscritta poche ore prima della chiusura, il direttore non ci svela se a quel punto sapesse o meno dello sfratto imminente: «Mi ero affidato agli avvocati che si stavano occupando del caso», si limita a commentare.

Dipendenti licenziati - Ma che ne è, in tutto questo, dei dipendenti? «Purtroppo, cautelativamente, abbiamo dovuto licenziare gran parte di loro», spiega. «Speriamo di poter annullare le disdette, rispettivamente di riassumerne almeno una parte e di far portare a termine la formazione agli apprendisti».

Intanto, al fine di informare i clienti attuali, venerdì scorso il direttore ha tenuto una riunione informativa presso il Gimnasium. «Va considerato che lo sfratto non è ancora cresciuto in giudicato, per cui se riusciremo a ottenere l’effetto sospensivo e vincere il ricorso, potremo riprendere gli spazi», sottolinea. Nel frattempo, però, nulla si muove, e molti abbonati sono ormai convinti di aver perso i loro soldi.

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