Il punto della situazione con il portavoce della Segreteria di Stato della migrazione.
BERNA - «Agli sfollati di tutto il mondo, la Siria libera vi attende». Così uno dei principali comandanti dei ribelli siriani, Hasan Abdul Ghani, ha incoraggiato su X i profughi scappati dal regime a tornare a casa. Una situazione quasi paradossale, perché al tempo stesso tanti paesi Occidentali stanno agendo nel modo opposto. Il ministero dell'Interno tedesco ha annunciato di aver fermato le decisioni sulle richieste di asilo da parte dei siriani, in seguito alla caduta di Assad.
Al momento non è chiaro come si svilupperà la situazione, ha affermato un portavoce del ministero, per questo motivo non è possibile fare delle valutazioni fondate. Anche l'Austria ha deciso di correre ai ripari sospendendo le richieste di asilo dei rifugiati siriani. Vienna si spinge addirittura oltre e si prepara a "espellerli".
E la Svizzera? Chiarezza viene fatta direttamente dalla Segreteria di Stato dell'emigrazione (SEM) che sulle pagine di X fa sapere: «La Svizzera sospende procedure e decisioni in materia d'asilo per i richiedenti l'asilo siriani, fino a quando la situazione non potrà essere rivalutata. La SEM non è in grado di valutare se vi siano motivi di asilo e se sia ragionevole eseguire un ordine di allontanamento».
Su Richiesta di Radio Ticino, la SEM ha tuttavia precisato che «non sono però previste espulsioni dai Centri Federali d’Asilo». Insomma, per i 14 profughi siriani nel Centro Federale di Chiasso e Balerna, per il momento non cambia nulla.
Nel frattempo l'Udc ha già preso posizione attraverso un comunicato stampa nel quale chiede al ministro Beat Jans (PS) «lo stop immediato alle decisioni sulle domande di asilo dei siriani». Il partito chiede inoltre che «i rifugiati e le persone ammesse temporaneamente dalla Siria devono tornare nel loro paese d'origine: il motivo della loro ammissione è venuto meno».