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CANTONELavoro, giovani svogliati e con poco spirito di servizio: largo ai "boomer"

15.01.24 - 06:30
Anche in Ticino le imprese sembrano seguire una tendenza in atto nel mercato del lavoro: preferire gli over 40 ai ventenni della Gen-Z
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Lavoro, giovani svogliati e con poco spirito di servizio: largo ai "boomer"
Anche in Ticino le imprese sembrano seguire una tendenza in atto nel mercato del lavoro: preferire gli over 40 ai ventenni della Gen-Z

LUGANO - Il lunedì, da sempre, non è mai stato un giorno della settimana che abbia goduto di particolari simpatie: riprendersi dai fasti del weekend e tornare al lavoro nel primo giorno della settimana implica sempre un certo impegno che, stando a quanto emerso da uno studio apparso su un magazine americano, turba soprattutto i più giovani.

Giovani poco attaccati al lavoro e all'azienda: il mercato guarda ad altre fasce di età - Spesso, in fabbrica o in ufficio, arrivano tardi o non si presentano proprio. E non solo di lunedì. Altre note dolenti, spirito di servizio e senso di appartenenza all'azienda per la quale lavorano finiti sotto il minimo sindacale. Tanto che il 40% dei datori di lavoro statunitensi (fonte rivista Intelligent) preferisce non assumere quelli che rientrano nella fascia di età dei ventenni.

Le aziende, dopo averci pensato un po' su, hanno così cominciato a correggere il tiro delle assunzioni e ai baldi e super social della Generazione-Z hanno cominciato a preferire quelli che si trovano un po' più in là lungo la strada anagrafica.

Il cambio di rotta anche in Ticino. Fabrizia Marzano, Manpower Lugano: «Boom di richieste di lavoro per gli over 40-45» - Sembra che la tendenza abbia assunto una certa consistenza anche in Ticino, a sentire le parole di chi - come Fabrizia Marzano di Manpower Lugano - il mercato del lavoro lo conosce molto bene. «È un boom di richieste di over 40-45 che abbiamo riscontrato anche noi dopo il Covid - dice Marzano - perché prima di allora sia per gli impieghi interinali ma anche per impieghi "permanent" ci venivano richieste sempre persone giovani».

«I giovani hanno altre priorità: meno carriera e più tempo libero» - Poi cosa è successo? «È cambiato tutto - risponde senza indugi la responsabile dell'agenzia luganese - i giovani sembra che abbiano cominciato ad avere altre priorità, il lavoro al 100% non lo vuole quasi più nessuno e danno più importanza ad altri aspetti: meno carriera e più gestione del tempo libero, e lo smart work è la prima richiesta in assoluto che fanno quando si candidano per una posizione. C'è una richiesta di "balance" vita professionale-vita privata sempre più alta e in più nella nuova generazione c'è meno attaccamento all'azienda».

Il contrario di quello che avveniva con la «generazione X» come rievoca Marzano, quelli i cui anni oggi sono finiti dentro una categoria di persone che i moderni neologismi definiscono "boomer".

La generazione X e la vecchia idea di restare e crescere in azienda - «Gli X sono cresciuti ancora un po' con l'idea di restare in un'azienda, di crescere in un'azienda. I giovani oggi cambiano più frequentemente e non si legano all'azienda e di conseguenza questo fa sì che cambiano rapidamente il datore di lavoro e così il datore di lavoro si ritrova a dover sempre formare nuove persone».

Questa dinamica, assieme ad altri aspetti come la mancanza di abnegazione, la svogliatezza nel rispettare le scadenze dei compiti assegnati, l'avversità verso sacrifici grandi o piccoli come può essere la richiesta di un datore di lavoro di fermarsi in alcune occasioni oltre l'orario stabilito, sta alimentando questo trend «a ritornare a chiedere appunto personale over 40-45, cosa che non avveniva da tanto tempo».

«Quelli che si presentano per un'offerta di lavoro, cambiano idea nel weekend e il lunedì non vanno a lavorare» - Affidabilità: le imprese si attendono questo. E invece spesso, come Marzano conferma, si assiste a episodi che la dicono lunga sul sentimento nutrito nei riguardi del lavoro appena trovato. «Nel temporaneo capita di tanto in tanto ed è un aspetto con il quale dobbiamo confrontarci - confessa - giovani che si presentano e poi cambiano idea nel weekend e il lunedì non vanno a lavorare, piuttosto chi dice che è andato a vedere prima l'azienda e il lunedì mattina quando dovrebbe essere sul posto di lavoro ti scrive una mail per dirti che è troppo lontano».

L'esperienza: altro fattore che ha spostato l'ago della bilancia della tipologia di assunzioni, soprattutto nel "permanent". «Una volta - racconta Marzano - il giovane veniva assunto per due ragioni, la prima perché era giovane ed era adatto per dei lavori più fisici o in logistica dove c'è bisogno di velocità, la seconda per ragioni di costi. Oggi - argomenta - l'imprenditore dice, "sì mi costa di più" ma l'over 40 mi porta un know out che il giovane non mi può portare. Oggi - conclude - in una preoccupante penuria di talenti, si vuole il giusto mix tra il giovane dinamico e la persona un po' più senior però con grande esperienza e sicuramente un'altra maturità, un altro approccio al lavoro insomma».

Imprenditori orientati ad assumere più over 40 che ventenni? Work and Work: «In realtà sì ma dipende dalle richieste» - Che gli imprenditori siano sempre di più alla ricerca di personale che non rientra propriamente nella categoria della Generazione Z ci viene confermato anche da un'altra agenzia, la Work and Work con sede a Manno.

«In realtà sì, anche se dipende ovviamente dalle richieste - affermano - ci viene in mente quella dove si richiedeva un venditore con più di dieci anni di esperienza nel campo e dunque ovviamente va da sè che la persona deve avere una maggiore età»; ma che qualche imprenditore non sia soddisfatto a volte del modo di lavorare di un giovane arrivato in azienda «capita, sì, per diverse motivazioni, ma capita» rilevano da Work and Work.

Si alza l'asticella del requisito anagrafico, l'agenzia Orienta: «Ma a volte la discriminante non è la svogliatezza del giovane ma l'esperienza maturata in certi ambiti» - E allora si punta sul non-più giovane e chi fa impresa alza l'asticella del requisito anagrafico per non correre il rischio di imbattersi magari in assenze dal luogo di lavoro un pò sospette.

«Qualche caso capita perché magari il giovane non si è presentato il lunedì per avere fatto tardi la domenica sera - dicono dall'agenzia di lavoro Orienta - ma altre volte la discriminante in una determinata ricerca di figura professionale non è tanto la svogliatezza ma l'esperienza maturata in certi ambiti di responsabilità: per esempio, all'interno di un cantiere edile abbiamo persone anche di 55-60 anni».

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COMMENTI
 

Gufo1 3 mesi fa su tio
Ed in vece insisto: generazione generalmente svogliata. E non dipende sempre dal mercato del lavoro. I giovani non s'impegnano nemmeno se si tratta di riprendere al ditta di famiglia, magari attiva da generazioni. Motivo? Troppo lavoro, non vorrei mai dovermi dedicare vita-natural-durante come nonno e papà. Meglio girare il mondo. Quante ditte devono chiudere o vendere a causa di questa mentalità?

Jackk 3 mesi fa su tio
I giovani d oggi non sono molto più intelligenti di come eravamo noi. Non intendono spaccarsi la schiena per poi essere licenziati o altro. Fanno bene. Prima la persona poi il lavoro. Ormai il sistema sta cadendo come un castello di carte

F/A-19 3 mesi fa su tio
Risposta a Jackk
Avanti così che di posti di lavoro per questa categoria di benpensanti non c’è ne saranno più, tutti soppiantati da frontalieri disposti al dovere prima del piacere. È proprio per questo il sistema sta cadendo.

Tumadre 3 mesi fa su tio
Okay fatemi capire qualcosa, dovrei lavorare per 46 anni e sprecare un terzo della mia vita per poi andare in pensione e sperare di campare ancora per al massimo 20 anni quando oramai sono arrugginito? Questa truffa non regge più

Tumadre 3 mesi fa su tio
Risposta a Tumadre
Aggiungo, lavorare per guadagnare uno stipendio da fame che non ti permettera mai di possedere una casa. In pratica una vita tutta in affitto e leasing. Arrivi alla pensione che non possiedi nulla.

Simulator 3 mesi fa su tio
Risposta a Tumadre
E quel poco che hai te portano via sei vai in casa anziani…paghi una vita di tasse per poi ti fanno i conti se hai una mutanda in più del dovuto

Scoccy 3 mesi fa su tio
Il punto è che fino ai 30 circa una persona vuole godersi la vita e costruirsene una, periodo in cui si hanno energie e voglia. Quindi non stare in azienda 3/4 del tempo quotidiano. Altrimenti poi ti ritrovi con mille rimorsi, triste e svogliato. Di vita ne abbiamo una sola e non sappiamo neanche quanto può durare. Ogni attimo va colto e vissuto!

Gufo1 3 mesi fa su tio
Risposta a Scoccy
Chillare fino a 30 anni d'età + 42 anni di contributi per raggiungere un livello di copertura accettabile; vorrà a dire che andresti in pensione a 72. Buona fortuna.

Scoccy 3 mesi fa su tio
Risposta a Gufo1
Ormai bisogna uscire dall'ottica che arrivati ad un certo punto si avrà una pensione. Non potrà + funzionare questo sistema (non solo riferito alla svizzera). Ognuno deve badare a sé stesso come meglio può. Ma chillare sarebbe?

Gufo1 3 mesi fa su tio
Risposta a Scoccy
Chillare - definizione secondo Virgilio Sapere: Rilassarsi e prendere le cose con serenità e buon umore.

Spotless 3 mesi fa su tio
È assurdo come questo articolo non prenda in considerazione tantissime altre motivazioni. Io lavoro in CH interna in uno studio di ingegneria e vengo trattata e pagata in modo giusto e rispettoso. I miei colleghi ticinesi fanno colloqui in cui gli viene proposto un salario da fame (per farvi capire, meno dei dipendenti denner/aldi a persone laureate in ingegneria) e si aspettano che ci vada bene e che bisogna fare "la gavetta" alle loro condizioni. Non stiamo parlando sempre di ragazzi svogliati, ma spesso anche non trattati e valutati con il rispetto necessario.

Gufo1 3 mesi fa su tio
Risposta a Spotless
In Svizzera Interna non conoscono il dumping da frontaliarato. I professionisti dalla Germania sono in rapporto una frazione di quelli che premono sul mercato del lavoro a Sud delle Alpi. Qui sta la differenza.

Gufo1 3 mesi fa su tio
Risposta a Gufo1
Pensa a questo la prossima volta che si tratterà di votare pro o contro l'Europa e la libera circolazione delle persone.

Spotless 3 mesi fa su tio
Risposta a Gufo1
In questo articolo si parla di aziende che non assumono giovani perché svogliati, mentre io intendevo ribadire che non sempre è questione di voglia di fare, ma di opportunità che raramente ci vengono concesse. Spesso non sono le persone il problema ma le aziende che permettono il dumping. Non mi importa se una persona di confine lavori con me, a patto che sia al mio stesso livello di capacità e che il salario sia equo. Purtroppo non è mai così e quindi sono da rivedere le decisioni delle aziende stesse.

Achoo 3 mesi fa su tio
Quindi desiderare tempo per vivere, una buona qualità di vita, condizioni buone e uno stipendio dignitoso oggi significa essere svogliati? mi fate ridere. Certo, per i datori è meglio quando possono contare su persone da sfruttare, pagandole poco e dicendogli che sono parte della famiglia... per poi lasciarli a casa disoccupati perché non vi accontentate mai. È ora di cambiare.

Gufo1 3 mesi fa su tio
Risposta a Achoo
Perfino Babbo Natale non premia i fanca..isti. Vedrete che bello quando fa furia di tempi parziali, congedi non pagate e settimane lavorative ridotte si creerano voragini nel sistema previdenziale.

mastermi 3 mesi fa su tio
Risposta a Achoo
apri tu un impresa,un commercio etc. poi forse ti rendi conto

Achoo 3 mesi fa su tio
Risposta a mastermi
Mi conosci da poter dire che non l'ho mai fatto? Se pensi che l'attitudine giusta per aprire un'impresa sia di sfruttare e sottopagare le persone per il tuo interesse allora evita.

Gufo1 3 mesi fa su tio
Risposta a Gufo1
Lo stesso vale per gli studenti a vita. Evviava i filosofi e creativi, ma lavorare? Uno studente al socondo master od olltre, il quale entri nel mondo del lavoro a 30 o piû tardi, oltre che aver costato uno sproposito al Cantone ha generato un manco enorme del sistema pensionistico. Indipendentemente da quanto guadagnerà più tardi. Che vengano chiamati alla cassa.

Achoo 3 mesi fa su tio
Risposta a Gufo1
C'è differenza tra il fanca..sta e chi semplicemente vuole una vita dignitosa in cui ha valore anche l'individuo e non solo il guadagno dell'azienda. Se vuoi farmi credere che le aziende sono buone a giuste, il dumping salariale non esiste e i dipendenti non vengono sfruttati o lasciati a casa per fare utili, stai perdendo tempo.

Achoo 3 mesi fa su tio
Risposta a Gufo1
Quindi un giovane anziché seguire i propri interessi, dovrebbe entrare in un modo del lavoro malato, dove la carenza di istruzione ti mette praticamente al servizio di sfruttatori per cosa? per la gloria? per darci la pensione? Pensione che un giovane chissà quando potra avere? facile pretendere dai giovani senza dare in cambio nulla.

Gufo1 3 mesi fa su tio
Risposta a Achoo
MI sembra di sentire il pulcino Calimero. Con questo atteggiamento non si va lontani né in Ticino, né altrove in Svizzera ma nemmeno in quelsiasi altra parte del Globo.

Achoo 3 mesi fa su tio
Risposta a Gufo1
E invece con il sistema che abbiamo oggi stiamo andando proprio bene vedo... continuiamo ad alimentarlo e incolpiamo i giovani di svogliatezza che il problema sono loro... mica il mondo che gli stiamo lasciando 😂

xEDGE88x 3 mesi fa su tio
Incredibile, giusto poco fa ne stavamo discutendo in ditta per alcuni casi problematici, il cantone deve prendere provvedimenti seri, in primis negare i sussidi per chi volutamente e non per forze maggiori decide di lavorare al 50%, in più fare più prevenzione nelle scuole che spiega l'importanza del lavoro !

Johnnybravo 3 mesi fa su tio
Risposta a xEDGE88x
Fare prevenzione nelle scuole per evitare che i giovani desiderino avere più tempo libero e lavorare meno? Non ha senso... e non si può sentire 😂😂 Tuttavia, possiamo dire che è importante sensibilizzare i giovani su questo tema e sulle varie implicazioni che potrebbe comportare a livello pensionistico e previdenziale. Poi ognuno è libero di scegliere.

ZioTore 3 mesi fa su tio
Io confermo in toto quanto scritto... purtroppo la generazione Z a giusto o torto ha altre priorità, vogliono tempo libero... ma finché il tempo libero glielo pagano i genitori è una cosa, quando il tempo libero non lo paga più nessuno, ci ritroveremo con un sacco di disoccupati che non hanno investito sulla loro carriera e quindi troveranno solo lavori a basso valore aggiunto, pagati poco e un tenore sociale decisamente al ribasso... Se oggi, questa generazione (non tutti ovviamente e per fortuna aggiungo) possono ritrovarsi in una sorta di benessere, è grazie alle generazioni precedenti che invece hanno investito parte della loro vita nel lavoro, costruendo e fondando aziende che danno lavoro a centinaia di persone, un tessuto sociale sicuramente migliore che in molte parti del mondo, un benessere che comunque in Svizzera c'è ancora, ecc.ecc. ma se il futuro è "non ho voglia di sprecare il tempo nel lalvoro", l'inversione di marcia è subito fatto.. e poi??

Koblet69 3 mesi fa su tio
Risposta a ZioTore
Giustissimo bravo!!!!

Rigel 3 mesi fa su tio
Risposta a ZioTore
Sono d'accordo. Ma come detto prima Da ambe le parti bisogna fermarsi e rimettere la palla al centro. Non è giusto fino in fondo il ragionamento di questi ragazzi, ma non è corretto nemmeno il mondo del lavoro. Naturalmente da ambo le parti ci sono ottime eccezioni.

F/A-19 3 mesi fa su tio
Risposta a ZioTore
Ti do ragione, si sta perdendo il senso del dovere, prima il dovere e poi il piacere sta diventando il contrario. Se passa il messaggio che prima bisogna godersela vorrà dire che la nostra società è fritta, ci soppianteranno! Dopo non bisognerà lamentarsi che i frontalieri disposti al sacrificio da 80 mila diventano la totalità. Ed i nostri giovani andranno poi sotto ai ponti od a guardare chi gli soffia il lavoro incolpando ancora la società per non avergli garantito un lavoro e paghe da diecimila in su. Poveri stolti, facciano pure, siamo già su questa strada e con l’aria che tira può solo peggiorare.

Suissefarmer 3 mesi fa su tio
nulla contro i frontalieri,lo farei pure io. ma se togli i frontalieri dal mercato del lavoro, oppure li dimezza sicuramente le case cambierebbero. sicuramente sarebbero i datori di lavoro ad andare a cercare il personale, emancipando l'assunto in modo tale da legarsi all azienda.

Ro Chi 3 mesi fa su tio
cari tio, oggi non perdiamoci in commenti inutili =) o se proprio qualcuno sente il bisogno di farlo che almeno si diverta!

Fabvan 3 mesi fa su tio
Cari borghesi, il proletariato non è più vostro schiavo. Avete spremuto quella arancia e ora non esce più succo. Non si tratta di essere svogliati, pigri e di non capire il "valore" del lavoro. Si tratta piuttosto di capire il valore della vita stessa, lo stare bene con se stessi e l'amare se stessi. In più in Ticino se un giovane lavora oggi diventa spesso il capito espiatorio di tutte le frustrazione dei loro superiori, la gavetta, quello con tutti gli occhi puntati addosso per ogni minimo errore. E purtroppo questa è codardia, perché ai colleghi della propria età ci si pensa due volte prima di esprimersi in un certo modo, con in giovane diventa più semplice assumere il tono del grande, grosso, minaccioso. Manca infine un apprezzamento per chi sta imparando, un apprezzamento per i piccoli gesti. Invece di essere accolti nella nuova famiglia aziendale si viene ricordati ad ogni istanza che sei il nuovo arrivato, quello strano che non conosce nessuno. La realtà è che questo atteggiamento, il rifiuto di lavorare, non è un problema ma la soluzione, e fanno bene!

Rigel 3 mesi fa su tio
Risposta a Fabvan
Non fanno bene! Ma non hanno tutti i torti. Credo che la verità stia nel mezzo. L'aria che tira in molte aziende non è sana, il lavoratore è sopremuto fino all'osso senza alcun rispetto per la sua vita privata (vedi lavoro a percentuale su chiamata ecc. per fare un esempio). Credo che bisognerebbe fermarsi un momento e farsi l'esame di coscienza da entrambe le parti. Il datore di lavoro si aspetta affidabilità, competenza e puntualità e dovrebbe offrire un lavoro remunerato il giusto, la formazione continua e un ambiente sano. Lo stress ci sta ma dovrebbe essere un'eccezione nel momento di una scadenza o altro, non la regola. Al giorno d'oggi per risparmiare si lvora sotto organico con tutte le conseguenze. Da parte sua anche il lavoratore però se si prende un impegno lo deve mantenere e deve accettare che la vita non è fatta solo di divertimento ma anche di fatica e sacrificio. Nessuno da niente per niente. Tutti gli attori in gioco devono farsi un esame di coscienza.

Gufo1 3 mesi fa su tio
Risposta a Fabvan
Borghesi, proletari, reazionari, capitalisti e via dicendo. Ma che visione anacronistica. Tutte queste divisioni di classe ed i conflitte del passato legate ad esse sono state superate da un novo problema di base che ci concerne: con la libera circolazione delle persone tutto è destinato ad essere calcolato al ribasso. Questo perché ci sarà sempre un idraulico polacco (per modo di dire) che sarà disposto a lavorare per meno, qualsiasi sarà il livello. Mi raccomando, appoggiamo l'entrata in Europa di Paesi ancora più disastrati che così andremo meglio. Bravi Europeisti. Bel risultato.

ZioTore 3 mesi fa su tio
Risposta a Fabvan
Caro Fabvan, non è proprio la soluzione... per niente... un giorno la tua pensione deve essere prodotta da chi lavora oggi ed in futuro... o pensi che i soldi si generano dal nulla? Rispetto a decenni fa, le condizioni di lavoro sono migliorate e di molto... le ore di lavoro in Svizzera sono mediamente intorno alle 40-42 ore a settimana, contro le 45-50 di qualche decennio fa, le aziende investono nel creare condizioni di vita e di lavoro che una volta era impensabile, c'è lo smartwork, più vacanze, ecc.ecc. E' vero, c'è più stress e velocità, ma questo è colpa della tecnologia che velocizza tutto.. è colpa dell'instabilità economica dovuta anche alle tensioni politiche nel mondo, che porta al rallentamento dell'economia e per tanto margini ridotti... ma pensi che queste tensioni si sviluppano anche perché in certi paesi, il tessuto sciale è molto basso e la povertà alta (a favore di dittatori e speculatori... vedi medio oriente, africa, Asia, ecc.ecc. E' chiaro che se un giovane, si aspetta prima di essere apprezzato e poi fare il lavoro... non può funzionare.. ma ripeto che grazie a Dio non sono tutti così, conosco un sacco di giovani che invece stanno investendo negli studi per poi poter lavorare e dare il loro supporto all'economica... ma questa è già la nuova generazione... la generazione Alfa... che è diversa dalla Z... lo dico con cognizione di causa.

s1 3 mesi fa su tio
tutto fa brodo per creare divisione e conflitto, ogni argomento serve ormai solo a quello.... il clima, la guerra in ucraina e palestina, il covid, il patriarcato/femminicidio e ora il confronto/conflitto intergenerazionale. solito trucchetto con articolo stimola emotività e il gioco è fatto. la realtà è che la responsabilità dei casini che ci sono nella società di oggi va condivisa e tutto comincia dall'educazione a casa e a scuola. educazione non è istruzione e indottrinamento. educazione è insegnare ai giovani a stare al mondo. ma chi lo può fare in una società dove tutto cade a pezzi e i valori sono svalori più assoluti?

Elisa_S 3 mesi fa su tio
La prima parte fa riferimento ad uno studio americano. La seconda parte al Ticino...dove probabilmente la demotivazione ha origini ben diverse da quelle elencate e ben note da tutti.

Simulator 3 mesi fa su tio
Semplicemente i giovani non si fanno prendere in giro…cercano chiarezza!!! i tempi di pretendere il doppio del lavoro a metà prezzo e’ finito. per i frontalieri le cose cambiano, lavorano per il triplo dello stipendio che prenderebbero a casa loro…i 40 enni hanno la precarietà per cui devono subire…queste sono le differenze che in questo cantone non vogliono vedere!!!

Baxy91 3 mesi fa su tio
Risposta a Simulator
Concordo pienamente con quanto scritto sopra. Vedo giovani che entrano a scuola motivati ed escono demotivati perché sanno che il sistema non funziona. L’indole del ribelle va di moda e di conseguenza si comportano. Persone di poco più di 30 anni che hanno lavorato nel settore finanziario (con esperienza in assicurazione) che parlano più lingue (compreso tedesco e inglese) ma che fanno un qualche errore di scrittura e hanno fatto tante ore supplementari , ora in assistenza!! E non hanno più futuro o stimolo di uscirne .. questo è quello che sente la generazione successiva e sono stufi!

Equalizer 3 mesi fa su tio
Risposta a Simulator
Così tu giustifichi tutti i ventenni che che non fanno un ca... e vivono alle spalle dei genitori 45-50 che vanno a farsi il mazzo anche per loro. Wow che considerazione. Anch'io quando ero giovane ho dovuto lavorare per stipendi miseri e semplicemente li consideravo periodi transitori rimanendo sempre alla ricerca di qualcosa di meglio ed è sempre andata bene, ma tre cose erano alla base del tutto, primo non dover dipendere da nessuno finanziariamente poi il rispetto e volontà e con questi tre principi puoi andare lontano.

Rosso Blu 3 mesi fa su tio
I ' Giovani ' li cercano con esperienza, ad ore e ovviamente con paghe di miseria. Un giovane non ha avuto il tempo per fare esperienza ovviamente. Gli over 40 sono formati e hanno doveri da portare a termine e dunque accettano e stringono i denti con il mercato a disposizione nel nostro Cantone, poi però a 53 si vedranno disoccupati perché costano e non vanno più bene. Caro "Manpower" guardiamo in faccia alla realtà e diciamo la verità, il nostro Cantone sul tema offerte di lavoro e opportunità professionali è nullo o meglio, molto limitato e poco protetto. I Giovani inoltre non sono più quelli di una volta e sanno che si vive una volta sola, senza garanzie , sicurezza e guadagno. Nuovo modo di vivere il futuro, nuove priorità e senso del dovere distaccato visto che si suda ma poi in tasca rimangono pochi spiccioli. Socialità, solidarietà e sostegno hanno invertito la direzione e li capisco. A noi i nostri genitori ci dicevano, risparmia, lavora, paga e sii fiero di essere Svizzero ma oggi tutto ruota totalmente sotto altri valori, priorità e senso dovere. È la Socialità che non vuole vedere ma solo bla, bla, bla

Nico66 3 mesi fa su tio
A furia di approfittare della manodopera i giovani si ribellano, non sono necessariamente fannulloni.

Granzio 3 mesi fa su tio
Boom di richieste di lavoro per gli over 40-45, meglio se frontalieri

Sergio 3 mesi fa su tio
Certo guardate un po’ non giro anche in altri campi che facce funebri che ci sono invece di guardare sui giovani

Boh! 3 mesi fa su tio
Questo è il risultato della società dove esistono soltanto i diritti ma zero doveri…. Ci sono ventenni che non sono capaci di compilare una dichiarazione di imposta o di prendere un semplice appuntamento dal medico o dalla parrucchiera… Non conoscono le tabelline, fanno fatica a classificare in ordine alfabetico, totale ignoranza sulla semplice geografia nostrana…. Però girano armati di super telefonini da prima ancora di avere imparato a leggere o a scrivere… E tutto ciò ovviamente protetti sotto una campana di vetro da parte dei genitori…

Maverik 3 mesi fa su tio
Risposta a Boh!
Non posso che darti piena ragione … e non tirate in ballo la solita tiritera del salario, perché sono così già durante l’apprendistato

Rosso Blu 3 mesi fa su tio
Risposta a Boh!
..... giustissimo e condivido. Peccato che i Manpower guardano in altre direzioni.

mastermi 3 mesi fa su tio
Risposta a Rosso Blu
fatti 2 domande, chiedi alle varie imprese e poi vedi che la risposta arriva.

NaDa98 3 mesi fa su tio
- possono tenerli “per le p4ll3”: se certi comportamenti in azienda (es mobbing, bossing, dumping) se non stanno bene, un giovane non ha vincoli e puó saltare giù dalla barca quando gli pare e piace mentre un over40 magari con famiglia e figli, ci pensa su 10 volte e non salta giù dalla barca mandando giù il boccone controvoglia per senso di responsabilità (decisione comprensibile e rispettabile).

NaDa98 3 mesi fa su tio
Risposta a NaDa98
Senza considerare il fatto che in Ticino possono facilmente reperire lavoratori con esperienza over40 dall’Italia a condizioni salariali pari o inferiori rispetto ad un giovane residente, così da non dover nemmeno perdere troppo tempo e denaro nel formarlo.

Esse 3 mesi fa su tio
Una generazione che vive nel tutto tirata su da nessuno. Quale altro risultato ci si aspettava?
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