Volanti, voraci e furbi. Il Ticino si prepara
Quanto sono pericolosi? Dove fanno il nido? Ecco quello che c'è da sapere sui calabroni asiatici
BELLINZONA - Questa mattina il Canton Ticino ha chiesto ai propri cittadini di segnalare qualsiasi eventuale avvistamento di calabrone asiatico, una specie introdotta accidentalmente in Francia nel 2004 che si è iniziata a espandere in tutta Europa, inclusa Italia e Svizzera. Non ancora, però, in Ticino.
«È un problema che riguarda principalmente la Romandia. Nel nostro Cantone non è ancora stato rilevato», conferma a Tio/20 Minuti Gisella Novi, collaboratrice dell’Ufficio gestione dei rischi ambientali e del suolo - nonostante un caso isolato. Tuttavia, si presume che sia questione di tempo. «Come ogni insetto è difficile da tenere a bada. Non conosce confini e con il tempo probabilmente arriverà anche da noi attraverso il suo spostamento autonomo, come è successo d'altronde con il coleottero giapponese».
Per ora il Cantone monitora la situazione nella Svizzera francese, ma si vuole anche organizzare per accogliere questo insetto a dovere. «È importante che la popolazione sappia che potrebbe arrivare questo calabrone che c’è già nel resto del Paese Bisogna tenere gli occhi aperti, imparare a conoscere il nostro calabrone (più giallo, più chiaro rispetto a quello asiatico) e distinguerlo da quello asiatico perché scovandolo e intervenendo si potrebbe diminuire o impedirne la diffusione», aggiunge Lucia Pollini, del Museo cantonale di storia naturale.
Ma perché è così disastroso?
Va in primis chiarito che questo insetto non rappresenta una particolare minaccia per la salute dell'uomo - la puntura è insomma simile a quella del calabrone comune (dolorosa sì, ma pericolosa solo in caso di reazioni allergiche).
Come le vespe, è inoltre importante sapere che i calabroni sono importanti per il nostro ecosistema perché nutrono le larve fornendo loro altri insetti, ad esempio bruchi che defoglierebbero gli alberi. Ovviamente, c'è un ma. «Il problema di questa specie - che arrivando potrebbe andare a sostituire il nostro calabrone - è che è vorace: se all’inizio della stagione mangia soprattutto mosche, bruchi, a fine stagione mangia tante api e non trovando cibo attacca le arnie» chiarisce Pollini. Questo calabrone è poi uno stratega: «Ha un metodo. Si piazza a fare volo stazionario davanti alle arnie e cattura le api domestiche che escono». Ha proprio una predilezione per le produttrici di miele, insomma. «Si mangerebbe anche le api selvatiche. E questo è un gran problema».
Occhio a tettoie e sottotetti
Visto il ruolo chiave che avranno i cittadini, è giusto capire dove è probabile che facciano il nido. «Questa è un’altra caratteristica particolare del calabrone asiatico, che in realtà fa due nidi. Ogni anno viene fondata una nuova colonia a partire da una regina, che in primavera comincia a fondare un piccolo nido, spesso ad altezze piuttosto basse (1,5-3m) sfruttando costruzioni, tettoie, capanne degli attrezzi, sottotetti». Ed è sulla distruzione di questi nidi che punta la strategia di sensibilizzazione del Cantone. Anche perché «quando la colonia è un po’ più grande si sposta e va a fondare un nido in cima a degli alberi. Lì, intervenire diventa molto più difficile».
Se questi calabroni arriveranno in Ticino (o forse è meglio dire “quando arriveranno“), dovranno affrontare la strategia sviluppata per contrastarli. E la chiave sono proprio i ticinesi, che però non devono agire da soli. «Esatto, proprio perché sono comunque dei calabroni e perché difendono con determinazione il nido, non è una buona idea salire su una scala e provare a spruzzare un’insetticida. Ciò che bisogna fare è usare la piattaforma per le segnalazioni (http://www.calabroneasiatico.ch/), per far arrivare un team di specialisti».
