Esplodono i costi della salute. Inquietanti alcuni trend che emergono dalle cifre della CSS. La direttrice: «Età determinante».
BELLINZONA - I premi delle casse malati continuano a fare versare lacrime agli assicurati. Ne è consapevole anche Philomena Colatrella, direttrice della CSS, l’assicurazione malattia più grande in Ticino. I dati della CSS sono indicativi della situazione ticinese rispetto al resto della Svizzera. Alcune percentuali relative al 2022? Fisioterapia + 40% dei costi rispetto alla media nazionale. Ergoterapia: + 76%. Analisi di laboratorio: + 16%. Costi medici: + 7%. Altri costi ambulatoriali: + 30%.
Numeri da brivido. In Ticino c’è un abuso di prestazioni?
«No, non osserviamo abusi sopra la media. Piuttosto, nel 2021 il Ticino era il Cantone con la percentuale più elevata di persone dai 65 anni in su (23,4%) e dagli 80 anni in su (7,5%). Queste persone hanno ovviamente bisogno di più cure. C’è stato poi il Covid. E molti probabilmente si portano dietro delle conseguenze».
Medici, ospedali e case farmaceutiche fatturano troppo? Si fanno analisi inutili?
«Bisogna fare una considerazione differenziata. I premi sono sempre lo specchio dei costi della salute. In Ticino la densità dell’offerta medica è la più alta di tutta la Svizzera: ci sono circa 2'500 dottori tra generici e specialisti. Anche per le farmacie, con oltre 200 negozi, il Canton Ticino è al primo posto».
L’abbondanza dell’offerta induce il ticinese a consumare?
«Partiamo dal presupposto che ci sia un legame fra domanda e offerta».
L’età media elevata dei ticinesi sembra essere la causa principale dell’impennata dei premi. È così?
«I fattori sono molteplici. Però l’età e la situazione demografica hanno un peso. L’età media degli assicurati CSS in Ticino nel 2022 era di 43,3 anni. La media svizzera era di 41 anni. Penso anche che durante la pandemia molta gente non abbia fatto fisioterapia o ergoterapia e adesso stia recuperando. Come detto magari a causa di eventuali postumi del Covid».
Quanto sono stati elevati in Ticino i costi della pandemia rispetto al resto della Svizzera?
«Considerando il periodo 2020-2022, alla CSS la pandemia è costata 250,9 milioni di franchi. Circa 19,5 milioni per quanto riguarda il Ticino».
I costi della sanità cresceranno anche nel futuro prossimo?
«Al momento non sembra che la crescita dei costi sia destinata a fermarsi. Nei due anni della pandemia abbiamo visto che sono stati effettuati meno trattamenti. Ora stiamo osservando degli effetti di recupero. L’importante è portare avanti con perseveranza le riforme che abbiamo avviato».
In Ticino si tende a scegliere la franchigia più alta. Perché?
«In questo modo si cerca una notevole riduzione del premio. Sperando di non avere bisogno del medico. La franchigia da 300 franchi è scelta in Svizzera dal 56% degli assicurati, in Ticino dal 47,3%. Quella da 2’500 franchi in Svizzera è scelta dal 29,3% degli assicurati. Mentre in Ticino dal 38,4%».
Eppure, nonostante le franchigie più alte i ticinesi sono tra quelli che ricorrono più spesso al medico…
«Si torna al tema della fragilità della popolazione. La voglia di risparmiare e di evitare trattamenti inutili comunque c’è, ed è un elemento importante. Il 70% della popolazione svizzera ha un modello di assicurazione alternativo che impone ad esempio una restrizione della scelta del medico. In cambio gli assicurati beneficiano di sconti sui premi. È una percentuale riscontrata anche tra i ticinesi».
Ultima domanda provocatoria. Non si dovrebbero incentivare maggiormente i farmaci generici?
«Assolutamente sì. La somministrazione di generici è troppo poco utilizzata. Anche questo sul medio termine contribuirebbe a fare abbassare i premi».