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LUGANOCaro pane, quanto mi costerai!

01.12.22 - 06:30
In Svizzera interna a gennaio una pagnotta potrebbe arrivare a costare 8 franchi. In Ticino aumenti tra il 10 e il 15%
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Caro pane, quanto mi costerai!
In Svizzera interna a gennaio una pagnotta potrebbe arrivare a costare 8 franchi. In Ticino aumenti tra il 10 e il 15%

LUGANO - Settemila aziende potrebbero chiudere i battenti in Svizzera dal prossimo gennaio a causa del caro-energia. Fra queste vi sono molte panetterie, cui non basterebbe ritoccare ulteriormente il prezzo al chilo del pane: per potere continuare a rimanere aperte, infatti, dovrebbero fare pagare una pagnotta anche 8 franchi. Così almeno dicono alcune associazioni di categoria della Svizzera interna, le cui previsioni trovano concordi anche importanti analisti. 

In Ticino però le cose vanno (e andranno) diversamente, questo secondo il presidente della Società mastri panettieri-pasticceri-confettieri del cantone Massimo Turuani. «Otto franchi una pagnotta significa rubarne sei al cliente», sbotta, calando il suo asso di franchezza. Il volto della disapprovazione Turuani, che il tempo di prendere fiato s'infervora un'altra volta: «se di là parlano di chiusura è perché soffrono di lamento congenito. È una esagerazione dai, l'hanno sparata grossa». 

Il presidente della Società mastri panettieri riconduce la questione - perlomeno in Ticino - a un quadro più realistico. Anche qui c'è crisi per via dei rincari dell'energia e delle materie prime e la concorrenza «del pane d'importazione», ma «nessuno chiuderà per la bolletta rincarata» rassicura.

Quindi niente aumenti in vista a gennaio? «Ovvio che dovremo ritoccare i prezzi - dice Turuani - ma è realistico ipotizzare un ritocco del 10-15%, non di più».

Tutta un'altra musica quella suonata oltre Gottardo, dove panettieri, ristoratori e piccoli commercianti sono le categorie più a rischio estinzione.  Gli analisti, come l'economista Rudolf Minsch, a capo di Economiesuisse, condivide i timori dei proprietari delle tante piccole e medie imprese appartenenti a queste categorie e concorda su un inizio di nuovo anno a tinte fosche per molti esercenti.

«Circa il 20% delle 35.000 aziende del mercato libero - ha dichiarato al quotidiano 20Minuten - cioè circa 7.000, non avrebbero alcuna copertura contro i prezzi dell'energia a partire dal prossimo gennaio. Di queste, una o due aziende con un elevato fabbisogno energetico dovranno probabilmente fermarsi» ha affermato laconicamente.

Perché, come ricorda l'azienda Sumup, «molte aziende non possono aumentare i prezzi quanto necessario. Un filone di pane costerebbe altrimenti otto franchi al panificio, ma nessuno lo comprerebbe più». 

Insomma, per molti il conto - da tempo - non torna più a causa oltre che degli alti costi dell'energia, anche di quello delle materie prime e dei trasporti, balzati vertiginosamente oltre la soglia di rincaro del 44%.

Le lamentale degli esercenti d'oltre Gottardo trovano una sponda nella regione di lingua italiana in Giancarlo Seitz, panettiere di lungo corso, per anni a capo di alcune panetterie in Ticino: «li capisco -afferma - e comprendo chi parla di una pagnotta a 8 franchi. Costi degli affitti sempre più cari, il prezzo dell'energia alle stelle: una volta i forni andavano a nafta, oggi è tutto elettrico».

Ma Seitz parla anche di un'altra causa all'origine delle serrande abbassate per sempre dei negozi dei prestinai: «non c'è più la cultura del pane - dice - e non vedi più la gente uscire la mattina presto a comprare pane fresco e latte nella bottega. Come non vedi più il prestinaio che in bicicletta va per i paesi a lasciare il sacchettino davanti alla porta di casa, come facevo io negli anni '50». 

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COMMENTI
 

mali 1 anno fa su tio
hurrà per il gianni marzorati e famiglia!!!

tschädere 1 anno fa su tio
in quanto al servizio a domicilio il nostro panettiere con laboratorio a cadenazzo,e sempre puntuale e noi siamo felici potere fare colazione con pane fresco.

vulpus 1 anno fa su tio
Vi è da dare fiducia ai nostri panettieri checontinuano a comportarsi onestamente come finora. Il nostro buon pane quotidiano è pure vittima di certe manovre non proprio limpide. Magari i clienti acquisteranno con più attenzione e parsimonia, evitando tutti quei pani che trovi 24/24 e che hanno già percorso migliaia di chilometri, congelati.

SteveC 1 anno fa su tio
La speculazione non ha proprio limiti, che tristezza.

gufo 1 anno fa su tio
faremo noi il pane in casa, cosa che faccio già... che tristezza....

Ul Ret 1 anno fa su tio
Tutto che aumenta ma la paga l'è chela...
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