
CUGNASCO GERRA - La Svizzera italiana è una terra di birre. Nostrane, gustose, strepitose. E abbinate a queste birre spesso ci sono storie di vita commoventi. Come nel caso della Birra Bozz che celebra i dieci anni di esistenza. Richy Bozzini, 31enne di Cugnasco-Gerra, ha in sostanza portato avanti il sogno di suo fratello Alan, deceduto all'età di 25 anni per un cancro alle ossa. «In tutto questo tempo, non l'abbiamo mai dimenticato. Né io, né i miei famigliari. È sempre presente nei nostri pensieri».
«Sarà sempre il papà di questa birra» – La prima birra ("cotta") è stata prodotta il 28 maggio del 2012. A Gordola. Sulla terrazza di casa Bozzini, dove Alan, all'epoca già malato, era solito dedicarsi alla sua passione. «Alan si è poi spento nel mese di aprile del 2013. Da allora ho deciso di prendere in mano tutto quanto. Col sostegno morale, e non solo, della mia famiglia. Nel piano originale doveva esserci anche Alan. Purtroppo non ce l'ha fatta a superare la malattia. Lui però sarà sempre il papà di questa birra».
«Tra le 20 e le 30 ricette all'anno» – Birra artigianale che nel frattempo si è declinata in un sacco di varianti. «In un anno riusciamo a produrre tra le 20 e le 30 ricette diverse. Lo facciamo a Cugnasco-Gerra, dove nel frattempo abbiamo realizzato il nostro birrificio. Lavoriamo molto con bar, ristoranti e negozi di prodotti locali. Oppure anche con feste campestri, sagre e mercati. A proposito di feste, abbiamo in testa di fare qualcosa per celebrare il giubileo dei dieci anni. In fondo è l'anno giusto, dopo il buio della pandemia».