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CANTONE«I rifugiati da scolarizzare vanno ripartiti meglio sul territorio»

07.04.22 - 10:50
Sono 750 i minorenni che sono sinora arrivati in Ticino dall'Ucraina. Di questi, circa 300 frequentano già le scuole
Screenshot ti.ch
«I rifugiati da scolarizzare vanno ripartiti meglio sul territorio»
Sono 750 i minorenni che sono sinora arrivati in Ticino dall'Ucraina. Di questi, circa 300 frequentano già le scuole

BELLINZONA - Donne e bambini in fuga dall'Ucraina sono giunti numerosi anche in Ticino. E anche in Ticino sono molti i bambini rifugiati che nelle scorse settimane hanno dunque iniziato a frequentare la scuola.

In tutta la Svizzera sono state avanzate quasi 25'000 richieste di protezione S. E quasi 2'000 profughi sono sinora stati attribuiti al Ticino. «Si tratta di una quota elevata rispetto a quella che dovrebbe essere la nostra quota originaria del 4%: siamo attualmente all'8%» spiega Manuele Bertoli, direttore del Dipartimento dell'educazione, della cultura e dello sport, in un odierno incontro con la stampa. Tra questi 2'000, si contano circa 750 minorenni.

Nel dettaglio, si tratta di 118 bambini in età di scuola dell'infanzia, 243 di scuola elementare, 169 di scuola media e 106 delle scuole postobbligatorie. Oggi sono circa 300 quelli già scolarizzati, dice ancora Bertoli. «E man mano altri stanno entrando nel sistema scolastico».

La strategia - La strategia di scolarizzazione ha come obiettivo di garantire una regolare integrazione scolastica, con prospettiva di permanenza a medio-lungo termine. È in atto un rafforzamento del servizio cantonale di lingua e integrazione. Ed è fondamentale una distribuzione per quanto possibile equa ed eterogenea dei nuovi allievi e delle relativa famiglie sul territorio. Questo, come osserva ancora il consigliere di Stato, per evitare di sovraccaricare il sistema scolastico.

La ripartizione sul territorio - Proprio per quanto riguarda la ripartizione sul territorio, la situazione è attualmente problematica. «Abbiamo uno squilibrio chiaro sul Mendrisiotto, dove si trova attualmente il 40% dei profughi, nel Luganese siamo già alla quota prevista, in altri distretti siamo al di sotto dei valori previsti». Questa situazione si è prodotta perché molti rifugiati hanno scelto di arrivare in Ticino optando per le iniziative private e non quelle cantonali.

«I vantaggi di passare dal sistema cantonale sono almeno tre: informazioni di base sulla scolarizzazione, attribuzione degli alloggi tenendo conto delle disponibilità residue di accoglienza delle sedi scolastiche, migliore coordinamento delle risorse effettivamente disponibili». Bertoli sottolinea: «I numeri sono troppo grandi per avere una gestione diversa».

Se la ripartizione non avviene in maniera ordinata, a partire da settembre il numero delle classi potrebbe cambiare: si rischia di dover chiedere a determinati istituti di aggiungere nuove sezioni, creando dei problemi logistici, osserva ancora il consigliere di Stato.

«Dobbiamo saperli ascoltare» - I bambini che giungono nelle nostre scuole giungono da situazioni traumatizzanti. Si tratta dunque di saperli ascoltare, come afferma Rezio Sisini, capo Sezione delle scuole comunali. Per l'accoglienza scolastica di questi nuovi allievi, è fondamentale il ruolo dei sessantacinque docenti di lingua e integrazione. Ora si sta comunque rafforzando il dispositivo.

L'accoglienza avviene attraverso la conoscenza della famiglia e la comprensione dei bisogni specifici dei bambini, in modo da pianificare l'inserimento nella classe. «Significa socializzare coi bambini del luogo, conoscere meglio il territorio in cui si trovano, costruire qualcosa che possa essere utile non solo a livello formativo ma anche a livello di crescita e di sviluppo del bambino» spiega Sisini.

La normalità scolastica - «Ancora una volta la scuola si dimostra essere un luogo in cui si ritrova una certa normalità» afferma Tiziana Zaninelli, capo Sezione dell'insegnamento medio. L'inserimento inizia con dieci ore alla settimana di lezioni di lingua italiana. Anche nelle scuole medie, l'accoglienza avviene assieme alla famiglia. I docenti di classe e di sostegno vengono subito chiamati in causa per l'inserimento dei ragazzi nelle sezioni.

Scuole postobbligatorie - I giovani che in Ucraina hanno già terminato la scuola media in una prima fase sono tenuti ad annunciarsi presso l'Istituto della transizione e del sostegno contattando lo 0800.095.095 o scrivendo a decs-qua@ti.ch. Questo permetterà loro di seguire uno specifico progetto a loro dedicato con corsi intensivi di lingua italiana e sostegno nella scelta del percorso scolastico in Ticino. In una seconda fase, questi giovani saranno poi indirizzati verso una scuola media superiore oppure una scuola professionale. Sono 19 gli allievi che hanno già iniziato il percorso a Bellinzona. Ulteriori 21 giovani si aggiungeranno a breve.

A livello universitario, studenti e ricercatori provenienti dall'Ucraina sono invitati a contattare direttamente gli atenei presenti sul territorio ticinese.

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