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CONFINECompravano e non pagavano. Truffa da un milione

02.04.22 - 09:00
Alcuni degli indagati sono stati tratti in arresto in territorio elvetico ed hanno riportato la condanna di primo grado
Guardia di finanza
Fonte Ats ans
Compravano e non pagavano. Truffa da un milione
Alcuni degli indagati sono stati tratti in arresto in territorio elvetico ed hanno riportato la condanna di primo grado

VARESE / LUGANO - Sequestro di beni per un milione di euro nei confronti di due persone accusate di autoriciclaggio di denaro frutto di truffe finanziarie commesse in Svizzera.

A eseguire il provvedimento i finanzieri del Comando Provinciale di Varese su disposizione del tribunale dopo le indagini svolte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Varese e dirette dalla Procura in coordinamento con quella di Lugano che aveva già indagato sui componenti della banda - composta da soggetti residenti in provincia di Varese (alcuni dei quali originari della regione Campania), che dal mese di novembre 2018 a maggio 2020 si sarebbero resi responsabili di reati di truffa in danno di imprese elvetiche dalle quali avrebbero acquistato merce di ingente valore (quantificato in oltre 320 mila euro) senza provvedere al relativo pagamento. Per questi fatti alcuni degli indagati sono stati tratti in arresto in territorio elvetico ed hanno riportato la condanna di primo grado.

Attraverso indagini su numerosi conti correnti italiani, i finanzieri hanno ricostruito numerose operazioni finanziarie sospette consistite in ricariche di denaro contante (da parte di alcuni dei soggetti indagati dalla Procura di Lugano) effettuate su carte prepagate intestate all'amministratrice di una società che gestisce un centro di raccolta scommesse sportive di Varese.

Tali somme, pari a 250 mila euro, sono poi state bonificate sui conti correnti della medesima impresa che le ha utilizzate per il pagamento di debiti con il concessionario nazionale autorizzato alla raccolta. Inoltre, ricorrendone i presupposti, gli investigatori economico-finanziari hanno anche effettuato approfondimenti finalizzati alla ricostruzione del patrimonio accumulato dai soggetti sottoposti ad indagine rilevando che, proprio nel periodo di commissione delle truffe in territorio elvetico, si è registrato un incremento del valore del medesimo che risultava in sproporzione rispetto ai redditi lecitamente dichiarati ai fini delle imposte e non giustificato da altre entrate regolari.

Sulla base della normativa vigente è stato così possibile applicare il provvedimento di sequestro in funzione della confisca «per sproporzione» che potrebbe essere disposta laddove i soggetti vengano condannati per talune fattispecie di reato (proprio come nel caso del riciclaggio). Tra i beni sottoposti a sequestro risultano esservi disponibilità su diversi conti correnti, un appartamento con garage ubicato in provincia di Varese, le quote della società proprietaria di un centro di raccolta scommesse sportive di Varese e diversi automezzi.

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