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LUGANO«Rischio l'assistenza dopo essere stato cacciato dal "mio" terreno»

17.02.22 - 06:00
La disavventura di Fabio Marinoni, educatore cinofilo. La sua colpa? Lavorare in una zona agricola.
F.M.
«Rischio l'assistenza dopo essere stato cacciato dal "mio" terreno»
La disavventura di Fabio Marinoni, educatore cinofilo. La sua colpa? Lavorare in una zona agricola.
Il 43enne beneficiava di un permesso provvisorio da parte del Comune. Ma qualcuno ha inoltrato una segnalazione al Cantone, che ha ordinato lo sfratto. E ora?

BARBENGO - Sfrattato dal terreno in cui lavorava coi suoi cani, ora rischia l'assistenza. Lui è Fabio Marinoni, 43 anni, e fino ad agosto portava avanti una bella attività come educatore cinofilo in un terreno di Barbengo. Poi qualcuno si è lamentano col Cantone, insistendo sul fatto che quello era un terreno agricolo. E sui terreni agricoli, salvo eccezioni, si possono fare solo attività agricole. «Morale della favola – racconta Fabio –, nonostante il proprietario del terreno fosse felicissimo di avermi sul posto, le autorità cantonali mi hanno costretto ad andarmene».

Il sogno di una vita – Quello di lavorare a tempo pieno coi cani era un sogno che Fabio era riuscito a concretizzare nel 2017, dopo avere lasciato il suo lavoro d'ufficio. «Tutto sembrava andare per il meglio. Avevo trovato questo terreno di 3000 metri quadrati. Il proprietario era contento perché glielo tenevo pulito. Quando sono arrivato io era un cumulo di rovi. Ho investito anche soldi di tasca mia per sistemarlo».

«Il mio lavoro è crollato» – Adesso il 43enne non ha più uno spazio adeguato per esercitare la sua professione. Si limita a fare consulenze a domicilio. «Ma è chiaro che in questo modo, lavoro un terzo rispetto a prima. In più c'è di mezzo il Covid e ci sono state tante quarantene, la gente non aveva voglia di avere altre persone in giro per casa. Ho anche problemi con l'indennità di perdita di guadagno, che non vedo da ottobre. Insomma, lo spettro dell'assistenza è sempre più reale». 

«Non davo fastidio a nessuno» – Fabio, che tra l'altro è autore del libro "Non basta amare, bisogna sapere come fare", proprio dedicato agli amici a quattro zampe, non nasconde la propria amarezza. «Quella è una zona agricola, è vero. Ma io occupavo una briciola rispetto a tutti gli spazi che ci sono lì. E non davo fastidio a nessuno, almeno in teoria. So che in alcuni casi le autorità concedono eccezioni per i terreni agricoli, in modo che si possano svolgere anche altre attività non invasive».

«Trovare un'alternativa è complicato» – Fabio, una richiesta per il cambio destinazione, l'aveva inoltrata al Cantone. Invano. «Avevo una specie di permesso provvisorio che il Comune di Lugano mi aveva concesso. Chiaramente il Cantone ha il potere decisionale. E dopo una segnalazione anonima, al 31 agosto ho dovuto levare le tende. Ora sto cercando un nuovo terreno. Ma è complicato. Non deve essere troppo vicino alle case e ci deve essere la possibilità di parcheggiare. Qualcuno mi aiuti a non andare a fondo». 

Si può fare, ma con un altro piano regolatore
Il tema delle zone agricole di base sembrerebbe di competenza del Dipartimento del Territorio. In realtà, complice il coinvolgimento del settore primario, di competenza della Sezione dell’agricoltura, è coinvolto anche il Dipartimento delle finanze e dell’economia. «La Sezione – fa sapere una portavoce, interpellata da Tio/20Minuti – è chiamata a esprimere preavvisi non vincolanti nell’ambito di procedure edilizie o pianificatorie. I pareri espressi dalla Sezione si basano sulle norme vigenti. Senza potersi esprimere sul caso concreto, la Sezione osserva che un’attività cinofila esercitata fuori zona edificabile appare di principio possibile se conforme alla pianificazione della zona, che può eventualmente scaturire da una variante di piano regolatore».

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