Cerca e trova immobili
SEMENTINA

Legato e rapinato, ora deve mille franchi al Cantone

Vittima di malviventi, un 57enne ha fatto ricorso al sostegno psicologico cantonale. Ma qualcosa è andato storto
FVR
La polizia ispeziona la poltrona trovata all'ingresso del palazzo (foto 2 febbraio 2019).
Legato e rapinato, ora deve mille franchi al Cantone
Vittima di malviventi, un 57enne ha fatto ricorso al sostegno psicologico cantonale. Ma qualcosa è andato storto
Pasticcio burocratico-assistenziale, dopo una rapina in un condominio a Sementina. «Servizio disastroso, ora mi tocca pagare?». Il Dss replica: «L'aiuto alle vittime è gratuito, ma a certe condizioni»
SEMENTINA - Questa storia ha inizio con un uomo legato a una sedia, che saltella in cerca d'aiuto in un condominio di Sementina. Striscia sul pianerottolo, chissà come riesce a chiamare l'ascensore, poi i soccorsi. Il racconto della portinaia ...

SEMENTINA - Questa storia ha inizio con un uomo legato a una sedia, che saltella in cerca d'aiuto in un condominio di Sementina. Striscia sul pianerottolo, chissà come riesce a chiamare l'ascensore, poi i soccorsi.

Il racconto della portinaia - «È stata una scena surreale». La portinaia T.C. ricorda ancora quando aprì la porta. Erano le 23.30. «Sento suonare il campanello, mi trovo davanti quest'uomo avvinghiato a una poltrona». Riconosce che è l'inquilino del terzo piano. Non lo slega nemmeno, e chiama la polizia. 

Sequestrato in casa - I fatti risalgono al 2 febbraio 2019. Uno stringato comunicato della Procura  ricostruiva l'accaduto: rapina in appartamento, il proprietario minacciato e legato da due malintenzionati, che poi spariscono nella notte. «Il padrone di casa in qualche modo è riuscito a liberarsi e a dare l'allarme».

«Esperienza traumatica» - La fine di un incubo, un sospiro di sollievo. Eppure per il protagonista della disavventura, un 57enne della regione, i guai non sono finiti. Per affrontare lo choc si rivolge al sostegno psicologico cantonale. «È stata un'esperienza traumatica» ha raccontato l'uomo a tio.ch/20minuti. «Avevo bisogno di aiuto».  

Un conto da 1000 franchi - Ma anche il percorso psicologico non è un'esperienza positiva, per il 57enne. «Mi hanno cambiato medico quattro volte in poche sedute, sono rimasto molto deluso». Questa primavera la sorpresa più amara: una fattura di mille franchi dal Cantone. Che l'uomo ora si rifiuta di pagare. Ha fatto avere le sue rimostranze al servizio psico-sociale. 

Il Dss: condizioni precise - «Le persone la cui integrità psico-fisica è stata lesa hanno diritto a un primo sostegno fino a dieci sedute» spiegano dal Servizio per l'aiuto alle vittime di reati. Quest'ultimo «offre un affiancamento immediato e gratuito» ma soltanto a certe condizioni. In particolare, «il reato deve essere di una certa entità e deve esserci un nesso causale diretto». Diversamente, le tariffe arrivano fino a 150 franchi l'ora.

«Disorganizzazione» - Una spiegazione che lascia poco soddisfatto il diretto interessato. «È stata la polizia a sollecitarmi a contattare il servizio, dicendo che ne avevo diritto» protesta. «Mi sono rivolto prima all'aiuto sociale, che mi ha indirizzato all'organizzazione socio-psichiatrica cantonale. Qui la mia pratica è passata di mano a diversi medici. La mia impressione è che ci sia un problema di disorganizzazione. Se avessi saputo a cosa andavo incontro, mi sarei rivolto a dei professionisti privati».

L'indagine è ferma - La fattura per ora è "congelata" in attesa di chiarimenti. Intanto anche l'inchiesta di polizia è rimasta in sospeso. Gli accertamenti non hanno finora permesso di risalire ai malviventi, spiegano dalla Procura.  

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.

Sappiamo quanto sia importante condividere le vostre opinioni. Tuttavia, per questo articolo abbiamo scelto di mantenere chiusa la sezione commenti.

Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.

Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.

Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!
NOTIZIE PIÙ LETTE