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GRIGIONICantieri ancora aperti nel Moesano: «Ora basta, governo grigionese!»

28.03.20 - 00:07
Per Nicoletta Noi-Togni, è il «paradosso di essere praticamente ticinesi»: «Dovremo interrogarci e fare una scelta».
Keystone
Per Coira, non si chiude (foto d'archivio)
Per Coira, non si chiude (foto d'archivio)
Cantieri ancora aperti nel Moesano: «Ora basta, governo grigionese!»
Per Nicoletta Noi-Togni, è il «paradosso di essere praticamente ticinesi»: «Dovremo interrogarci e fare una scelta».

SAN VITTORE - Dopo che, in giornata, il Consiglio federale ha aperto uno spiraglio, per i Cantoni, per adottare in casi eccezionali misure per la lotta al nuovo coronavirus che vadano oltre quanto disposto da Berna (un riferimento, questo, ad alcun decisioni del Ticino), Nicoletta Noi-Togni torna alla carica per chiedere a Coira che si chiudano i cantieri anche nel Moesano come già deciso per il nostro cantone.

«Oggi Berna vi ha messo una soluzione su di un piatto d’argento», lamenta la sindaca di San Vittore (GR) e granconsigliera grigionese in una "Lettera aperta alla popolazione e ai media" (sotto il testo completo) in cui si rivolge con malcelata esasperazione al Consiglio di Stato retico. «Con una “finestra” giuridica che vi avrebbe permesso di equiparare il Moesano al Ticino nella lotta al Coronvirus. Cosa avete risposto? Avete risposto no», aggiunge. 

Ed è in particolare la motivazione di quel "no" a lasciare Noi-Togni basita: «Cosa devo pensare di tutto ciò? Che ancora non sapete che le urgenze sanitarie, e non solo le urgenze, del Moesano devono venir accolte dal Ticino perché altrimenti ne andrebbe della vita della gente della nostra regione?», si chiede. Al Ticino i Grigioni dovrebbero guardare come a un esempio nel contrasto alla diffusione del coronavirus: «Non importa niente a Coira che il Ticino stia facendo di tutto per evitare il maggior numero possibile di contagi, mentre il Moesano, per volontà del suo Governo, non lo può fare?», scrive la sindaca di San Vittore.

«Ancora una volta il paradosso di essere regione praticamente ticinese ma di non esserlo politicamente», continua, accusando il governo retico di «sordità e testardaggine» per quanto riguarda le peculiarità delle vallate italofone che compongono il distretto. E aggiunge una considerazione sibillina: «Il Moesano dovrà interrogarsi su tutto ciò e magari finalmente prendere una decisione».

E conclude: «A questo punto, il potere legislativo che ha la sorveglianza sul potere esecutivo del Governo, dovrebbe insorgere. Io lo sto facendo».

Lettera aperta alla popolazione e ai media

Cio’ che dico al Governo grigionese dopo le affermazioni di Berna e di Coira.

Adesso però basta Governo grigionese!! Oggi Berna vi ha messo una soluzione su di un piatto d’argento. Con una “finestra” giuridica che vi avrebbe permesso di equiparare il Moesano al Ticino nella lotta al Coronvirus. Cosa avete risposto? Avete risposto no, che non è necessario perché le strutture sanitarie grigionesi coprono il fabbisogno originato dall’epidemia Coronavirus e che il Moesano resta nella situazione attuale. Cosa devo pensare di tutto ciò? Che ancora non sapete che le urgenze sanitarie – e non solo le urgenze – del Moesano devono venir accolte dal Ticino perché altrimenti ne andrebbe della vita della gente della nostra regione? Deve forse chi sta male venire a Coira con dispendio di tempo che può essere prezioso e di personale già al limite della fatica? Quale logica, quale buon senso, quale sentimento in tutto ciò? Non importa niente a Coira che il Ticino stia facendo di tutto per evitare il maggior numero possibile di contagi, mentre il Moesano, per volontà del suo Governo, non lo può fare? La possibilità è oggi data da Berna. Con una simile disposizione noi potremmo far chiudere, con buona coscienza, ciò che va chiuso, senza penalizzare ditte e imprese. A questo punto non lo possiamo fare. Ancora una volta il paradosso di essere regione praticamente ticinese ma di non esserlo politicamente. Da tantissimi anni conviviamo con questa situazione che tutto richiede men che sordità e testardaggine da parte del Governo. Che le dimostri ora, a fronte di una calamità sanitaria di simile portata, è inconcepibile. Dove è andata a finire l’arte politica del compromesso e l’attitudine di solidarietà tra regioni e cantoni, lo stesso spirito confederale? Il Moesano dovrà interrogarsi su tutto ciò e magari finalmente prendere una decisione. Non far succedere tutto ciò sarebbe stato semplice: equiparando il Moesano al Ticino in uno stato di grave necessità, di emergenza sanitaria nella lotta al Coronavirus. L’ho chiesto come sindaca e deputata in Gran Consiglio subito, più di un mese fa. Constato che le visite in loco hanno portato solo al contrario di ciò che avrebbe dovuto essere. A questo punto, il potere legislativo che ha la sorveglianza sul potere esecutivo del Governo, dovrebbe insorgere. Io lo sto facendo.

Nicoletta Noi-Togni

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