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La cocaina? La ordini da casa, anche in Ticino

Il delivery della droga prende piede grazie alle nuove tecnologie. Ecco come funziona
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La cocaina? La ordini da casa, anche in Ticino
Il delivery della droga prende piede grazie alle nuove tecnologie. Ecco come funziona
LUGANO - Un numero di telefono. Da chiamare comodamente seduti in poltrona, nel salotto di casa. Nell'era di Foodora e UberEats, a domicilio si comanda di tutto: cibo, vino, vestiti. E anche la cocaina.  Il fenomeno – sempre pi&ugrav...

LUGANO - Un numero di telefono. Da chiamare comodamente seduti in poltrona, nel salotto di casa. Nell'era di Foodora e UberEats, a domicilio si comanda di tutto: cibo, vino, vestiti. E anche la cocaina. 

Il fenomeno – sempre più diffuso nelle realtà urbane, a cominciare dall'Italia – è ancora una nicchia nel mercato della droga in Ticino. Ma la modalità è ormai consolidata, e accertata da diverse indagini di polizia. «I rapporti tra i clienti e i fornitori non hanno più bisogno per forza del contatto diretto» spiega il commissario Paolo Lopa dell'Antidroga cantonale. «Spesso vengono gestiti a distanza». 

Il problema è che, rispetto al tradizionale spaccio da strada, il fenomeno è più sfuggente. Le ordinazioni avvengono per telefono – spiegano gli investigatori – tramite dei numeri condivisi tra i consumatori locali. Un recapito straniero, a cui risponde un trafficante che gli acquirenti non hanno mai incontrato, né incontreranno mai. Il "centralino" risponde direttamente dai Balcani o dall'Italia.

«Si tratta di figure che agiscono a monte e su cui abbiamo poche informazioni – continua il commissario Lopa –. Giriamo i contatti alle autorità straniere, per indagare, ma in genere si tratta di numeri fantasma». A rimanere sono invece i numeri telefonici dei consumatori ticinesi. In rubriche e banche dati, custodite dai trafficanti – e a volte scambiate – come preziosi “pacchetti-clienti”. 

I centralini dall'estero «sono in grado di smistare rapidamente la merce sul territorio» tramite dei corrieri residenti in Ticino, spiega la polizia. «Sono questi ultimi a effettuare le consegne, direttamente a domicilio o in luoghi convenuti». E sono anche questi ultimi a finire in manette, nelle operazioni (svariate) condotte dalla Sezione Antidroga della Cantonale. Il profilo-tipo del fattorino della droga? «Persone bisognose, spesso con storie di disagio alle spalle». Un po' come per il food-delivery, gli ultimi anelli della catena sono quelli che rischiano di più.

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