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LUGANO«Sono sfinita, mio figlio si droga. E l’ho pure denunciato»

21.03.19 - 09:04
Cocaina maledetta. Storia di una madre disperata: «Le autorità non fanno niente perché è maggiorenne. Intanto lui si sta rovinando». Lo specialista: «Decine di genitori sulla stessa barca»
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«Sono sfinita, mio figlio si droga. E l’ho pure denunciato»
Cocaina maledetta. Storia di una madre disperata: «Le autorità non fanno niente perché è maggiorenne. Intanto lui si sta rovinando». Lo specialista: «Decine di genitori sulla stessa barca»

LUGANO – «Mio figlio si droga da tempo. Non ce la faccio più. Sono arrivata addirittura a denunciarlo, sperando che le autorità intervenissero e lui smettesse». Storia di una madre sfinita. Claudia (il vero nome è noto alla redazione) ha 55 anni e un figlio venticinquenne, Ivan, tossicodipendente, che si fa di cocaina. Un ragazzo intelligente, che ha pure studiato. Ma che non riesce a scrollarsi di dosso quel vizio terribile. «Mi sento sola, abbandonata dalle istituzioni – sospira Claudia – le autorità non fanno niente perché dicono che mio figlio è maggiorenne. Intanto lui si sta rovinando».

Atteggiamenti aggressivi – Ivan, quando la mamma cerca di parlargli sull’eventualità di smettere, assume anche atteggiamenti aggressivi. In casa ha già distrutto un cellulare, oggetti in vetro, tre computer. «Per fortuna, finora, non ha mai usato violenza fisica contro di me. In quei momenti mi tocca stare assolutamente zitta. Purtroppo lui è come se si trovasse in una spirale che non gli permette di valutare la gravità del problema. Nega di consumare stupefacenti e si sente sempre nel giusto».

La grande paura – L’autorità regionale di protezione, il ministero pubblico e la polizia sono a conoscenza della situazione drammatica in cui si ritrova Claudia. «Ora mio figlio sta facendo una nuova formazione. Il mio timore è che la droga lo rovini. È una persona intelligente e sensibile. Ma, quando è nel tunnel, è anche molto scaltra. Sa falsificare dei documenti, ad esempio».

Debiti su debiti – Intanto, i precetti esecutivi si accumulano per Ivan. Le fatture non pagate sono tantissime. Quasi ventimila franchi di debiti. «Invece, dal suo conto bancario preleva duecento franchi alla volta per pagarsi la cocaina. È frustrante per una madre vedere tutto questo e non riuscire a fare nulla. Sto crollando. Quando l’ho denunciato per detenzione di stupefacenti, la polizia mi ha fatto capire che c’è poco da fare. Anche nei confronti degli spacciatori. Magari si fanno qualche giorno di carcere e poi sono di nuovo liberi».

Sempre più genitori chiedono aiuto – Il costo della cocaina nella Svizzera italiana può variare tra gli ottanta e i cento franchi al grammo. Anche i prezzi per le altre sostanze sono alti. E diverse sono le famiglie ticinesi in ginocchio. «Noi ne seguiamo al momento 134 – sottolinea Marcello Cartolano, responsabile dei servizi ambulatoriali di Ingrado – negli ultimi anni c’è stato un sensibile aumento di familiari di consumatori che ci hanno chiesto aiuto. Si tratta di persone che vivono nel dolore e che hanno bisogno, oltre che di sostegno, anche di consigli pratici su come comportarsi nei confronti del proprio caro».

Sostanze subdole – Secondo le ultime stime, nel Sottoceneri sono circa settecento le persone dipendenti da stupefacenti seguite, in un modo o nell’altro, da Ingrado. Nel Sopraceneri, invece, lo stesso servizio è garantito da Antenna Icaro. Complessivamente, in Ticino, si superano abbondantemente i mille casi. «Droghe come la cocaina sono subdole – riprende Cartolano –. Fanno sentire invincibili, e accrescono il senso di onnipotenza. Anche per questo è parecchio complicato interagire con chi le consuma».

Troppo facile trovare la merce – «Io sono anche delusa dal fatto che sembra fin troppo facile procurarsi le sostanze» sussurra Claudia. «È vero – ammette lo specialista – il mercato è fiorente, anche per il fatto che viviamo in un territorio di frontiera». Uno svizzero su mille, nel corso della sua vita, ha a che fare con la droga. «Oggi è molto diffuso il policonsumo – evidenzia Cartolano – si mischiano, ad esempio, farmaci con alcol. E in quel caso l’accesso ai prodotti non è difficoltoso purtroppo».

Missione impossibile – La politica dovrebbe stringere le viti? Cartolano è realistico. «Lo potrebbe anche fare. Ma se poi, nel mondo, ci sono altri Stati in cui è decisamente più facile ottenere le sostanze, tutto resta complicato. Intendiamoci, uno se vuole procurarsi la droga può andare anche all’estero e poi, con un po’ di fortuna, portarla di nascosto in Svizzera».

L’importanza di un sostegno – Insomma, l’unica via certa è la prevenzione. A cui si aggiunge, imperativamente, il sostegno sia a chi è già nel tunnel, sia ai famigliari. «Ci occuperemo volentieri anche del caso della signora Claudia. Siamo coscienti del fatto che un genitore, in simili situazioni, viva nell’angoscia. Il percorso di cura è lungo. E dipende da tanti fattori, oltre che dalla motivazione della persona che consuma. Insieme, però, ci si può provare».

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