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LUGANO Lugano Città Aperta, conferenza su Guido Rivoir

02.02.18 - 09:28
Da febbraio serie di eventi atti a valorizzare la tradizione umanitaria di Lugano e della Svizzera italiana
Lugano Città Aperta, conferenza su Guido Rivoir
Da febbraio serie di eventi atti a valorizzare la tradizione umanitaria di Lugano e della Svizzera italiana

LUGANO - Lo scorso 26 gennaio, in occasione della Giornata della memoria 2018, la Fondazione Federica Spitzer e la Città di Lugano hanno tenuto la Conferenza stampa di presentazione del progetto "Lugano Città Aperta", inteso a promuovere la memoria dell'Olocausto e degli altri genocidi e persecuzioni razziali, religiose e politiche e a mettere nel dovuto risalto l'impegno per la salvezza e l'accoglienza dei perseguitati che molti uomini di buona volontà hanno dimostrato nei periodi più bui della storia. Un impegno che ‒ nello spirito di Federica Spitzer, ebrea scampata al lager cui la Città di Lugano ha dedicato una via ‒ ha un valore educativo profondo per i giovani d'oggi confrontati con nuove barbarie.

Sotto il titolo "Lugano Città Aperta" avranno luogo, da febbraio a fine aprile 2018, in concomitanza con l'ottantesimo anniversario della promulgazione delle leggi razziali in Italia, una serie di eventi atti a valorizzare la tradizione umanitaria di Lugano e della Svizzera italiana. Il Giardino renderà omaggio a quattro figure di Ticinesi che con il loro impegno tangibile verso chi ha subito l'oppressione politica, la persecuzione razziale e religiosa e la negazione della libertà, hanno contrastato l'oppressione o/e salvato la vita di chi era perseguitato: Guido Rivoir, sul quale ci si soffermerà nell’incontro alla Biblioteca Cantonale di Lugano di giovedì 8 febbraio, l’economista e diplomatico svizzero Carlo Sommaruga (1902-1955) con la moglie Anna Maria Valagussa (1905-1998), collaboratrice della Croce Rossa italiana, e il sacerdote cattolico e giornalista Francesco Alberti (1882-1939), personalità, le ultime tre, sulle quali ci si intratterrà in successivi incontri all’USI il 7 marzo (coniugi Sommaruga) e alla Biblioteca dei Frati il 14 marzo (Alberti).

Guido Rivoir (1901-2005), pastore e teologo valdese, d’origine valdostana (Champdepraz) ma di patria elettiva ticinese – residente a Lugano dal 1951 fino alla morte (2005) – studiò teologia nelle facoltà valdesi di Firenze e di Roma.

Dopo un primo ministero in Uruguay (1925) e la consacrazione in Italia (1926), fu pastore presso le comunità valdesi in Sudamerica. Tornato in Piemonte nel 1933, si scontrò con le autorità fasciste e nel 1937 fu inviato a Lugano come pastore della comunità di lingua italiana e francese. Durante la guerra fu cappellano della clinica militare di Novaggio e appoggiò la Resistenza, adoperandosi a sostegno dei fuorusciti antifascisti.

Cofondatore del mensile «Voce evangelica» (1939), contribuì all’integrazione del protestantesimo nella società ticinese, con trasmissioni evangeliche per la Radiotelevisione della Svizzera italiana e in ambito scolastico. Fu Consigliere comunale a Lugano e deputato al Gran Consiglio ticinese (1979-’81) per il Partito Socialista Autonomo. Attivo per tutta la vita in campo sociale e umanitario, Rivoir è ricordato soprattutto per l’impegno profuso dal 1973 a favore dei profughi cileni dopo il colpo di stato di Pinochet. Fu tra i promotori e sostenitori dell’azione “Posti liberi” e contribuì a convincere il Gran Consiglio ticinese e le autorità elvetiche nella direzione di un atteggiamento di accoglienza più generosa verso i perseguitati cileni. La sua attività politica fu sempre intesa quale servizio nei confronti dei deboli e degli emarginati.

Introdurrà l’incontro Raffaella Castagnola, Direttrice della Divisione della cultura e degli studi universitari del DECS. Relatori saranno Danilo Baratti, storico e curatore (con Patrizia Candolfi) della pubblicazione Guido Rivoir. Le memorie di un valdese (Collana “Fondazione Pellegrini-Canevascini”, 2012), Emilio Barbarani, giovane diplomatico presso l’Ambasciata italiana di Santiago del Cile dal 1974 al 1976, che si adoperò generosamente, dopo il golpe di Pinochet (1973), per dare rifugio nell'ambasciata italiana ai perseguitati del regime cileno; infine Pietro Martinelli, ex Consigliere di Stato ticinese ed esponente del Partito Socialista Autonomo.

Concluderà l’incontro Stefano Vassere, Direttore delle Biblioteche Cantonali e del Servizio Bibliotecario Ticinese.

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