Evasori della tv o semplici distratti? L'azienda di riscossione ha fornito il dato a tio.ch/20minuti. Ed è piuttosto alto
LUGANO - C'è chi se l'è dimenticato. Chi la tv in casa davvero non ce l'ha. Chi fa il furbetto finché può, e al primo richiamo corre a pagare. Infine, ci sono gli irriducibili: e saranno una base elettorale sicura per il voto di marzo sull'iniziativa no Billag. Ma quanti sono i ticinesi che, finora, per un motivo o per l'altro non hanno pagato il discusso canone radiotelevisivo?
I dati scarseggiano - Il fenomeno è sommerso (perché illegale, almeno in parte) e poco conosciuto anche da chi il canone è incaricato di riscuoterlo, ossia appunto la Billag. Contattata da tio.ch/20minuti, la società «non è in grado di indicare chi oppure quante economie domestiche non sono annunciate per la ricezione radiofonica o televisiva» spiega la portavoce Tanja Clément.
15mila famiglie - Quello che l'azienda conosce, invece, è il dato di quanti ticinesi hanno pagato il canone nel 2016: si tratta di 146.404 famiglie, più 6113 aziende. L'incasso totale è stato di 53,7 milioni, precisa Billag. Il conto è presto fatto. La differenza con le economie domestiche registrate in Ticino, che erano 162.123 nel 2016 (dato Ustat), è di 15.719. La cifra è elevata: i ticinesi che non pagano la cassa malati, ad esempio, si stima siano tra 12 e 14mila.
«Giovani lavoratori» - Al numero «andrebbero però sottratte le famiglie che non dispongono né di radio né di tv, e ce ne sono» precisa il professor Mauro Baranzini dell'Usi, fra gli oppositori dell'iniziativa. Il profilo dell'evasore, in ogni caso, «non è il padre di famiglia ma piuttosto lo studente o il giovane lavoratore, che uscito dal nucleo famigliare dei genitori trascura di annunciarsi per mesi o anni» sottolinea Baranzini.
«Segno della crisi» - Per Alain Buhler (Udc) il dato dimostra che «chi pensa che il canone sono bruscoletti non si è reso conto ancora della situazione economica in Ticino. Questa è solo una delle fatture che tante famiglie sono costrette a lasciare indietro. Rendere il canone obbligatorio sarebbe un'ingiustizia».
Caffè o non caffè? - Di diverso parere Baranzini. «Evidentemente 440 franchi l'anno possono sembrare tanti in un momento dove la crisi economica si fa sentire, ma la mossa del Consiglio federale di abbassare la cifra a 365 franchi è un incoraggiamento a guardare a questa fattura con occhi diversi» osserva il professore. «È dei giorni scorsi la notizia che gli svizzeri consumano tre caffè al giorno in media - ricorda -. Ecco, qui parliamo della metà del costo di un caffè. Non ne vale la pena?».