La curiosa iniziativa della 24enne Arianna Stefanini, parrucchiera che era rimasta senza lavoro: «Mi servivano 30.000 franchi, ne ho spesi 7.000. La mia è anche una battaglia contro lo spreco»
LOCARNO – Il licenziamento improvviso. La disoccupazione. E la constatazione di non avere sufficienti mezzi economici per mettersi in proprio. Poi, l’intuizione. Geniale. Costruirsi un salone fatto completamente di oggetti riciclati. Storia di Arianna Stefanini, 24enne di Locarno, e del suo negozio da parrucchiera, inaugurato di recente. «Ogni cosa qui dentro – dice Arianna – mi è stata regalata o mi è stata rivenduta a prezzo stracciato».
Vita da disoccupata – Dal tavolino in ferro battuto allo specchio a muro, dalle sedie al mobile per la cassa. La rinascita di Arianna parte a metà gennaio. «Ero a casa ormai da oltre tre mesi – ricorda la 24enne –. Non ne potevo più. Quella da disoccupata era una vita che mi opprimeva, mi dava fastidio farmi mantenere dagli altri. Non riuscivo nemmeno a starmene con le mani in mano. Quando sei ferma, ti assalgono mille paure sul futuro. A un certo punto ho deciso di lanciarmi».
Il limite che diventa virtù – Con un’incognita. Ad Arianna, infatti, mancano le risorse finanziarie per aprire un salone “classico”. «Di per sé, una grave lacuna. Poi mi sono detta: e se trasformassi il mio limite in una virtù? In fondo, puntando sul materiale riciclato avrei anche dato il buon esempio nel combattere un fenomeno che proprio non sopporto, quello degli sprechi».
Niente carità – Detto e fatto. Arianna si arma di umiltà e bussa alle porte delle botteghe sparse per la Svizzera italiana. «Sinceramente non mi sono mai sentita imbarazzata. Non ho mai avuto la sensazione di chiedere la carità. A tutti ho spiegato il mio progetto. C’è stata una bella solidarietà. E sono pure riuscita ad abbellire il locale con oggetti curiosi, come ad esempio brocche e mestoli provenienti dall’Africa».
Lezione di coraggio – Verde, blu, giallo, rosa, in tonalità pastello. E, ancora, nero e alluminio che si abbracciano. I colori e le atmosfere del salone, in cui Arianna si occupa anche della cura delle unghie, ricordano quelle di “Edward mani di forbice”. «È un omaggio che ho voluto fare al mio film preferito – ammette la giovane imprenditrice –. Ma anche al mio coraggio. Non è stato facile. Ho raccolto tanti complimenti, mi fanno ben sperare. Io stessa ho pitturato le pareti del salone. E per la pavimentazione mi sono fatta aiutare da famigliari e amici».
Un primo successo – Si è lanciata, Arianna. Con una certezza. «Quella di non avere avuto il timore di mostrare le mie debolezze. Un salone nuovo mi sarebbe costato almeno 30.000 franchi. Per il mio, ne ho spesi 7.000. Ho "risparmiato" oltre 20.000 franchi. E sono riuscita a ridare vita a oggetti che, altrimenti, sarebbero morti per sempre. In un certo senso è già un successo».