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MASSAGNO

Famiglia illusa dall'agenzia: «Non è un caso unico»

Gara di solidarietà tra i lettori di tio.ch-20minuti. Sotto accusa i consulenti pagati "a provvigione"
foto tio.ch-20minuti
Famiglia illusa dall'agenzia: «Non è un caso unico»
Gara di solidarietà tra i lettori di tio.ch-20minuti. Sotto accusa i consulenti pagati "a provvigione"
MASSAGNO - Ha toccato il cuore di molti lettori il caso della famiglia Signorelli, raccontato oggi da tio.ch-20minuti. Oltre una decina di persone hanno scritto alla redazione per offrire un aiuto: sono state messe in contatto con la famiglia. E non ...

MASSAGNO - Ha toccato il cuore di molti lettori il caso della famiglia Signorelli, raccontato oggi da tio.ch-20minuti. Oltre una decina di persone hanno scritto alla redazione per offrire un aiuto: sono state messe in contatto con la famiglia. E non manca chi si è trovato in una situazione analoga: «Ho lasciato l'azienda farmaceutica per cui lavoravo, nel canton Vaud, per tornare a Chiasso» racconta un lettore. «Un'agenzia mi aveva assicurato grande disponibilità di posizioni e invece... non ce n'era nessuna. Sono finito in disoccupazione».

A finire sotto accusa è il comportamento degli agenti di collocamento in questi casi: la famiglia del canton Berna, ricordiamo, si era trasferita in Ticino a ottobre a seguito di garanzie verbali da parte di alcuni consulenti interinali. «Dicevano che il lavoro qui non mancava» racconta Gino Signorelli. In realtà «non ne abbiamo visto nemmeno l'ombra».

Ma cosa spinge i consulenti a dipingere un mercato del lavoro più roseo di quanto è? Una spiegazione, forse, è nella tipologia dei contratti. Abbiamo contattato alcune agenzie interinali con sede in Ticino: nel Sottoceneri, 4 di esse pagherebbero i dipendenti a provvigione (oltre a un salario fisso) e questo «per incentivare il reclutamento di candidati». Il rischio, come sottolinea un operatore del settore che chiede di rimanere anonimo «è che ciò spinga però i consulenti ad illudere chi cerca un lavoro, senza preoccuparsi se come in questi casi abbandonano un contesto migliore per un mercato del lavoro difficile come quello ticinese».

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