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MASSAGNO«Da Berna al Ticino: ma qui è un incubo»

22.02.17 - 08:25
La famiglia Signorelli si è trasferita a ottobre da oltre Gottardo. Ora rischia lo sfratto
foto tio.ch-20minuti
La famiglia Signorelli
La famiglia Signorelli
«Da Berna al Ticino: ma qui è un incubo»
La famiglia Signorelli si è trasferita a ottobre da oltre Gottardo. Ora rischia lo sfratto

MASSAGNO - Gino Signorelli era raggiante di gioia quando a ottobre, bagagli in mano, ha caricato la famiglia in auto, per lasciare una volta per tutte il suo appartamento di Lyss nel canton Berna. Destinazione Massagno. «È stato un trasloco felice, volevamo cambiare vita. Venire a vivere nella Sonnenstube» racconta. Ma le cose non sono andate come sperato. «In realtà è stato l'inizio di un incubo».

Odissea lavorativa - Il 41enne, operaio edile e padre di tre bambini, prima di partire racconta di aver preso contatto con alcune agenzie interinali. «Una mi aveva prospettato un impiego da 7 mesi come camionista» spiega Gino. «Altre assicuravano di avere parecchie posizioni aperte, che il lavoro non sarebbe mancato in Ticino». E in effetti, appena trasferitosi a Massagno, Gino viene preso in prova in un cantiere edile. «Ho lavorato due giorni - racconta - tutto è andato bene». Al termine della prova però, Gino non viene richiamato. Passano i giorni e la telefonata non arriva. «Ho richiamato l'agenzia e mi hanno detto che, purtroppo, di lavoro non ce n'era più».

Senza lavoro - Sono passati cinque mesi da allora, e Gino non ha più ricevuto offerte. A inizio febbraio la lettera di sfratto: entro settimana prossima la famiglia dovrà lasciare l'appartamento di Massagno. «Con 1750 franchi di affitto e tre bambini piccoli, non è facile: abbiamo stretto la cinghia ma non basta, se non trovo un posto non so davvero cosa fare» racconta il 41enne, che ancora non si capacita di come le agenzie interinali abbiano potuto «nascondermi una situazione simile del mercato del lavoro ticinese». Fraintendimento? Pubblicità senza scrupoli? «Se avessi sapunto come stavano le cose, non avremmo lasciato mai Berna. Là - conclude Signorelli - la situazione non è così disastrosa».  

Volete aiutare la famiglia Signorelli? Contattate la redazione a cronaca@tio.ch

 

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