Critica la posizione del sindacato alle affermazioni della DISTI che chiedono orari prolungati per il settore della distribuzione. Borelli (Unia): "La situazione è ben diversa da come la raccontano"
LUGANO - Immediata la replica indignata del sindacato UNIA di fronte al comunicato stampa di Distributori Ticinesi (DISTI), che ha annunciato la perdita di 190 posti di lavoro nel settore della distribuzione.
A indignare il sindacato è soprattutto l'affermazione di DISTI che per porre fine a questa situazione ci vorrebbero orari dei negozi più flessibili.
"In realtà la situazione è ben diversa - attacca subito Enrico Borelli, segretario regionale di UNIA - non solo le aperture prolungate non hanno avuto alcuna ricaduta positiva sull’occupazione, come ad esempio
Le aperture del giovedì sera, ma addirittura le stesse hanno come conseguenza una precarizzazione delle condizioni di impiego. È proprio quello che sta avvenendo in questi anni nelle grandi colossi che operano nel commercio che trasformano i contratti a tempo pieno con contratti a tempo parziale. E sempre più spesso ai dipendenti vengono offerti contratti senza nessuna garanzia di impiego che ricalcano quelli su chiamata".
Quale il motivo di questo comportamento? Per Enrico Borelli il motivo è chiaro: "La presenza del personale viene concentrata nelle ore di punta ed il personale costretto a turni sempre più spezzati che hanno una ricaduta molto negativa non solo in termini economici ma anche a livello di organizzazione della propria vita famigliare. Con orari ancora più deregolamentati come quelli prospettati dalla nuova legge sui negozi contro la quaale il nostro sindacato ha raccolto 10'000 firme e che voteremo il prossimo 28 febbraio, o quelli previsti da un progetto ancora più radicale come quello proposto dal senatore Lombardi, questa situazione non potrà che peggiorare".
Per Enrico Borelli son altri i terreni su cui lavorare per risollevare le sorti di un settore in crisi come quello dei consumi. "Innanzitutto va rilanciato il potere d’acquisto della popolazione, è questo l’unico antidoto al turismo degli acquisti. Orari più estesi dei negozi metterebbero inoltre definitivamente in ginocchio i piccoli commerci. Per rilanciare il settore nel suo insieme, e quindi anche i piccoli commerci che oggi rischiano di essere espulsi dal nostro tessuto economico. Basterebbe analizzare quanto succede a Basilea, ma anche a Zurigo, dove malgrado i negozi siano aperti fino alle 20.00 vi è stato in questi ultimi anni un forte aumento del turismo degli acquisti verso le località di confine che si trovano in Germania. Turismo degli acquisti che, non a caso, ha conosciuto un’impennata correlata al crescente da un differenziale dei prezzi con gli stati a noi vicini".