"Chi ha un bimbo malato di cancro, deve potere stargli vicino"

Il consigliere nazionale socialista Ricardo Lumengo è pronto a lottare affinché si introduca un congedo pagato per almeno uno dei genitori coinvolti. Già depositata a Berna un'iniziativa parlamentare. Marina Carobbio Guscetti: "Noi lo sosteniamo. Datori di lavoro sempre più rigidi con chi ha questi problemi".
BERNA – L’appello di Pierluigi Brazzola, caposervizio del reparto di oncologia pediatrica presso l’ospedale San Giovanni di Bellinzona, pubblicato da Tio, l’ha colpito. Ricardo Lumengo, consigliere nazionale socialista, ne approfitta così per rilanciare la sua battaglia. “Chi ha un bimbo malato di cancro, deve potere stargli vicino”, dice. Di fatto, nella maggior parte dei casi non è così. A livello svizzero non esiste un congedo pagato per almeno uno dei due genitori colpiti da questo genere di problema.
Spesso mamme e papà sono dunque costretti a sfruttare le vacanze o a prendere dei congedi non pagati, pur di salvare il posto di lavoro. “Io invece – sottolinea Lumengo – chiedo una base legale che istituisca un congedo di questo genere. Ho depositato un’iniziativa parlamentare al consiglio nazionale. Vedremo gli sviluppi”.
Signor Lumengo, ci sono possibilità che la sua richiesta sia accettata?
"Sì. Perché io non chiedo qualcosa di specifico. Le soluzioni possono essere molteplici. Basta che si faccia qualcosa in tal senso, perché così non si può andare avanti. La tanto criticata Francia, ad esempio, già da tempo ha istituito un sistema di congedo remunerato di 14 mesi ripartiti su tre anni".
Due mozioni socialiste, legate a questo tema, sono già state discusse e respinte dal Consiglio degli Stati in passato…
"Va detto che il Consiglio degli Stati ha però adottato un postulato della consigliera agli Stati Anne Seydoux-Christe, che incarica il Consiglio federale di elaborare un rapporto sulla possibilità di introdurre nel nostro sistema di assicurazioni sociali un congedo remunerato di durata sufficiente per uno dei due genitori che assiste un figlio con gravi problemi di salute. Insomma, qualcosa da una parte o dall’altra si muoverà pure, non credete? Io intanto continuo la mia lotta".
Da dove arriva questa sua convinzione?
"È una necessità della nostra società. I genitori di un bambino malato di tumore non ricevono abbastanza sostegni per affrontare i problemi della vita quotidiana. Il nostro sistema non considera tutti i sacrifici che un genitore, in queste condizioni, deve fare. E soprattutto non ci si rende conto dell’angoscia e delle pressioni che una mamma o un papà vivono in questi momenti. Il lavoro non deve venire prima di tutto".
Ha qualche idea di come questa eventuale nuova legge possa essere introdotta nel sistema svizzero?
"Non particolarmente. La base legale del congedo potrebbe essere integrata nella legge sulle indennità di perdita di guadagno o nella legge sull'assicurazione malattie. Ma lo ripeto, non è mia intenzione porre limiti o paletti. L’importante è che si agisca in fretta".
p.m




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