Roger Etter è uscito dal carcere: "Ecco la mia nuova vita"

L'ex deputato UDC, condannato per tentato omicidio, ha ancora il dente avvelenato. E oggi si schiererebbe con la Lega
LUGANO - È uscito dal carcere lo scorso 7 settembre. Roger Etter, l'ex deputato UDC giudicato colpevole di tentato omicidio nei confronti dell'imprenditore Ernesto Zanini, la sera del 24 febbraio 2003, ora vive in un appartamento a Viganello. Già lo scorso anno, in stato di semi libertà, frequentava la facoltà di Scienze economiche dell'Università di Lugano. Fino a qualche settimana fa, durante la pausa estiva, ha addirittura lavorato come barcaiolo sul lago di Lugano. Ha voltato pagina, Etter. Ma il dente avvelenato gli è rimasto. "In questi casi - spiega - si dice che uno ha pagato il suo debito nei confronti della società. Per quanto mi riguarda, nei confronti della società, penso di avere maturato un credito, dovuto a una condanna per un reato mai commesso né tantomeno meditato..."
Lei gestiva i conti di Zanini. E gli ha sottratto qualche milione di franchi abusando della procura generale con diritto di sostituzione...
"Mi assumo le mie responsabilità. L'accusa di appropriazione indebita semplice e ripetuta non l'ho mai contestata. Ma non ho mai pensato, neanche per un attimo, di eliminare una persona a causa di questa vicenda. Quella sera ho peccato di grave negligenza nel prendere in mano un'arma da fuoco, questo sì, e non potrò mai perdonarmelo. È stato un incidente e alcuni hanno colto la palla al balzo per fregarmi e incastrarmi. E qui mi fermo".
Adesso tornerà a fare politica?
"Al momento non escludo nulla. L'esperienza in carcere, estremamente dura sotto ogni profilo esistenziale, mi ha portato a posizioni politiche assai più profilate e molto critiche sullo stato di diritto tanto decantato. Dovessi oggi scegliere una collocazione politica mi troverei certamente più vicino alla Lega dei Ticinesi. L'UDC, per quanto vedo, mi sembra aver perso un pochino lo spirito della destra sociale per allinearsi completamente alla destra economica. Una "condicio sine qua non" per affrontare con successo le sfide presenti e future è un approccio più comunitarista in un'ottica nazionale".
A proposito dell'esperienza in carcere, dietro le sbarre è riuscito a fare delle amicizie?
"No, ed è stata una mia scelta. Ho scelto la via solitaria e non mi sono confidato più di quel tanto con nessuno dato l'ambiente estremamente criminogeno. Ho superato questi anni soprattutto grazie alla meditazione, alla lettura e allo studio. Seguivo dei corsi di scienze politiche e organizzazione per corrispondenza con un'università tedesca".
Come si sente da uomo libero?
"Beh, proprio libero non ancora. Sono sottoposto a dei blocchi orari e per qualche mese porto il cosiddetto braccialetto elettronico al piede. In settimana posso assentarmi da casa dalle 7.30 sino alle 21 e nel fine settimana dalle 8 alle 24. A parte questo dettaglio è stato meraviglioso poter ritrovare una vita normale. Certo, prima era tutto diverso. Ma i legami con gli affetti più cari e con una ristretta cerchia di amicizie si sono notevolmente rafforzati".
A scuola come va?
"Bene. Mi sono adattato facilmente all'ambiente giovanile e, blocchi orari permettendo, ci si frequenta anche nel dopo scuola. Alcuni sono ancora oggi stupiti di questo mio spirito di adattamento e dell'eloquente giovialità che riesco a manifestare malgrado l'esperienza vissuta".
Etter, cosa farà "da grande"?
"Non lo so ancora. Al momento vivo intensamente il presente, mi godo i miei figli e apprezzo i rapporti interpersonali e le piccole cose della quotidianità, molto più che in passato. Ad agosto del 2010 otterrò la libertà condizionale e potrò nuovamente recarmi fuori dalla Svizzera. Fino ad allora ho tempo di riflettere sul mio futuro. Chissà, potrei anche tentare un'esperienza all'estero, oppure..."
p.m.




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