La poliziotta più famosa di Lugano festeggia i 30 anni di servizio

Nicoletta Bizzozero, l'agente donna in divisa rossa con più anni di servizio a livello svizzero, si racconta
A Lugano Nicoletta Bizzozero è una persona che non passa inosservata. Con la sua divisa rossa cammina per le strade del centro cittadino e resterà a lungo nella memoria dei luganesi. La prima donna poliziotto della Svizzera quest'anno festeggia 30 anni di carriera. Il Giornale del Popolo le dedica un articolo nella pagina del Luganese.
"Mio padre era guardia di confine - ha raccontato al GdP e credo di essere dunque stata predestinata a portare la divisa. Mi sono sempre identificata in lui. Durante la guerra era di stanza a Gondo ed ha aiutato alcune famiglie a passare il confine. Era severo ma ci ha sempre insegnato a rispettare le persone, la natura e gli animali. Solo una volta vinto il concorso gli annunciai che sarei entrata in polizia. Si limitò a chiedermi se, per davvero, ero sicura della mia scelta. Credo comunque che fosse orgoglioso".
Bizozzero è da trent'anni in divisa. Ma agli inizi non è stato semplice farsi accettare da una società che, come lei stessa ha raccontato "la popolazione non era abituata a vedere donne in uniforme e visto che spesso venivamo invitate ad andare a casa a far calzette". Bizzozero comunque sottolinea il contributo del comandante Weber per facilitare l'inserimento nel corpo delle donne, ma "c'è comunque ancora qualche problemino - aggiunge Bizzozero. Non lo dico per me ma ci sono ottime colleghe che meriterebbero e magari non ricevono abbastanza".
Anche la sua divisa rossa nasconde un aneddoto divertente: "Questa era l'uniforme riservata alle donne e quando si è passati al "grigio" - spiega al GdP - ho chiesto al Municipio l'autorizzazione per continuare a portarla. Credo pensassero che mi sarei sposata e che avrei lasciato la polizia appena nata dei figli. Ed invece no, dopo 30 anni eccomi ancora qui ancora con la divisa rossa. Sono l'unica che ancora la porta e credo sparirà con me". Un collezionista ha già chiesto di lasciargliela.
Un altro aspetto, questa volta toccante, della sua vita in divisa riguarda quella volta quando un ragazzo che voleva buttarsi dall'autosilo Balestra, vedendo i poliziotti armati, non voleva lasciarsi convincere a desistere dal suo gesto estremo. Il ragazzo, accortosi che la Bizzozero non era armata, le ha allungato la mano ed è sceso dal parapetto, piangendole sulla spalla".
Bizzozero non è soltanto divisa, multe e richiami all'ordine. Bizzozero collabora nel suo tempo libero con i Samaritani, la casa anziani Stella Maris, la Federale, la Croce Verde e il consorzio scolastico. Un volontariato che l'ha portata in Africa, con gli amici di don Franck, con i quali ha aiutato negli ospedali e scaricando nei porti. "Un viaggio - conclude l'agente - che mi ha fatto aprire gli occhi e aiutato e sensibilizzato sui problemi del razzismo. Se oggi vedo una persona di colore vedo semplicemente un africano e non di certo uno spacciatore".




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