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LUGANO

Caso Fera, Lai già condannato in Toscana per tentato omicidio

Il 28enne in carcere accusato di omicidio era stato condannato a cinque anni di carcere per essersi reso protagonista di un pestaggio di gruppo in cui fu ferito gravemente un marocchino di 20 anni
Tipress / Gabriele Putzu
Caso Fera, Lai già condannato in Toscana per tentato omicidio
Il 28enne in carcere accusato di omicidio era stato condannato a cinque anni di carcere per essersi reso protagonista di un pestaggio di gruppo in cui fu ferito gravemente un marocchino di 20 anni
LUGANO - Fabio Lai, il 28enne arrestato lo scorso 29 agosto per avere colpito con un pugno Giuseppe Fera, morto due giorni dopo a seguito delle gravi ferite riportate alla testa, voleva trasferirsi a Lugano per rifarsi una vita. Fabio Lai ha de...

LUGANO - Fabio Lai, il 28enne arrestato lo scorso 29 agosto per avere colpito con un pugno Giuseppe Fera, morto due giorni dopo a seguito delle gravi ferite riportate alla testa, voleva trasferirsi a Lugano per rifarsi una vita.

Fabio Lai ha dei precedenti come già riferito ieri dal Corriere del Ticino. Oggi il quotidiano sottocenerino fornisce ulteriori elementi che aiutano a tratteggiare il passato di un giovane dal passato burrascoso. Il ragazzo, prima di trasferirsi in Lombardia abitava a Prato, laboriosa cittadina toscana che conta quasi 200mila abitanti. Nel luglio del 2003, a 22 anni era stato fermato insieme ad un gruppo di coetanei accusati a vario titolo di furto, rapina, spaccio di droga e tentato omicidio. Nel giugno del 2004 si aprirono le porte del carcere per il 28enne. Fu condannato a una pena di cinque anni di detenzione. Lai, insieme a cinque imputati, era stato ritenuto colpevole del tentato omicidio di un marocchino ventenne. L'africano fu pestato a sangue nella notte tra il 29 e il 30 agosto del 2002 e poi abbandonato esanime sui binari della ferrovia. Il marocchino, creduto morto, si riprese e raccontò tutto ai carabinieri. Lai era stato condannato ai domiciliari e poi l'indulto. Ancora recentemente il giovane aveva scontato alcuni mesi di carcere per una precedente condanna.

Il ragazzo aveva perso la madre in tenera età e il quadro familiare non era dei più semplici. Dal Corriere si apprende inoltre che, dopo aver scontato la sua pena, Fabio Lai voleva rifarsi una vita al Nord. A Busto Arsizio aveva deciso di stabilirsi, mentre aveva scelto Lugano per lavorare come cameriere o PR per alcune discoteche. Una nuova vita che includeva anche il volontariato. Dopo il terremoto d'Abruzzo del 5 aprile scorso, Lai partì per L'Aquila dove avrebbe trascorso alcune settimane in aiuto alle popolazioni colpite dal sisma.

Lai è in detenzione. Martedì scorso è stato interrogato dal Procuratore pubblico Andrea Pagani per otto ore. Davanti al procuratore pubblico Lai ha fornito la sua versione dei fatti. Ad assisterlo il suo avvocato Luca Guidicelli. Presente anche il legale di parte civile avvocato Yasar Ravi.

Foto d'apertura: Tipress / Gabriele Putzu

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