Permesso "L", la parola al Governo

Si avvicina la decisione del CdS sull'abolizione o meno del permesso "L"
BELLINZONA - Il permesso di soggiorno "L", per ballerine e balletti di cabaret di Paesi esclusi dall'Associazione europea di libero scambio e dall'UE, potrebbe avere i giorni contati. La questione, che coinvolge di locali notturni e di night, non è passata inosservata e ha destato parecchie preoccupazioni tra gli addetti ai lavori. Il Corriere del Ticino in edicola oggi rivela che "gli esperti incaricati di stilare il rapporto sulla questione hanno terminato il loro lavoro e qualche giorno fa hanno inviato il tutto alla competente autorità, tra cui il direttore del Dipartimento delle istituzioni, Luigi Pedrazzini". Prossimamente il Consiglio di Stato si chinerà sul rapporto e valuterà se assecondare le conclusioni degli esperti che, da quanto trapelato, ritengono "opportuno abolire questo particolare tipo di permesso".
I retroscena - Il CdT ripercorre in sintesi la sequenza degli eventi che hanno preceduto i fatti recenti. Ad inizio anno la Divisione degli interni e la Divisione economia hanno scritto ai gestori di locali notturni, circa una trentina, comunicando la revoca del permesso "L", come già fatto in altri Cantoni. Nella lettera i due dipartimenti precisavano che da diversi anni un numero crecente di Cantoni "ha deciso di non applicare la facoltà concessa dall’articolo 34 dell’Ordinanza sull’ammissione, il soggiorno e l’attività lucrativa del 24 ottobre 2007". Nei Cantoni interessati a questa misura, scrive il CdT riportando il testo delle lettere ricevute dai gestori dei locali, il reclutamento di ballerine dei Paesi CE/AELS non ha posto particolari problemi. Inoltre, con l’entrata in vigore dei Bilaterali bis, per i nuovi dieci Stati l’ingaggio di ballerine è semplificato. Questi in sostanza i motivi ed i retroscena che hanno portato il CdS ticinese ad esaminare la possibilità di agire in questa direzione nei confronti delle persone straniere che si producono come ballerine di cabaret o balletti.
Opinioni contrarie - L’Associazione dei night club e degli impresari artistici del Canton Ticino, l’Associazione svizzera di cabaret, dancing e discoteche (ASCO Svizzera) e i sette gestori di locali che hanno risposto all'invito formulato dal CdS di esprimersi in merito alla proposta, hanno richiesto che la situazione attuale non venga modificata. Sandro Jara, gerente ed amministratore del Cécile di Paradiso nonché presidente della Associazione dei night club e degli impresari artistici del Ticino, ha affermato che limitare i permessi «L» alle persone dell’area europea significherebbe costringere i locali notturni a non poter più proporre spettacoli e che coloro che arrivano dal giro notturno dell'Unione Europea, siano essi uomini o donne, arrivano in Ticino per esercitare la prostituzione
Foto apertura: Ti-Press Gabriele Putzu



