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MONTE CENERI

Mangiata viva dai vermi, la "montagna maledetta" uccide una pecora

Spab: "Gli appelli e le denunce degli ultimi anni da parte della Spa di Bellinzona non sono serviti a nulla".
Spab
Mangiata viva dai vermi, la "montagna maledetta" uccide una pecora
Spab: "Gli appelli e le denunce degli ultimi anni da parte della Spa di Bellinzona non sono serviti a nulla".
MONTE CENERI - "Ultima vittima, ieri mattina alle 4.00, una pecora razza Oberländer di Pro Specie Rara, mangiata viva da migliaia di vermi e soccorsa dalle pattuglie della polizia cantonale e della protezione animali bellinzonese....

MONTE CENERI - "Ultima vittima, ieri mattina alle 4.00, una pecora razza Oberländer di Pro Specie Rara, mangiata viva da migliaia di vermi e soccorsa dalle pattuglie della polizia cantonale e della protezione animali bellinzonese. È morta prima di raggiungere il veterinario" questo l'inizio del comunicato diramato oggi dalla Spa di Bellinzona. "I contributi diretti dell’agricoltura, pagati da tutti i cittadini, sono stati sempre elargiti nonostante i rapporti della Spab e gli animali morti" si legge nella nota stampa che sottolinea come, degli allevatori che in numerose occasioni hanno dimostrato di non essere in grado di prendersi cura di animali, abbiano beneficiato di tali sovvenzioni nonostante la Spab abbia posto l'accento in diverse occasioni sulle mancanze dimostrate.

Di seguito la Spab ripercorre la "triste cronaca di una montagna maledetta per gli animali da reddito".

Novembre 2002 - La Spa di Bellinzona è chiamata dal Patriziato di Robasacco a constatare una situazione disastrosa per animali e cose, causata da una persona alla quale era stato dato lo sfratto. In un pollaio di 20mq, rinchiuse 20 pecore, un asino senz’acqua. Maiali ovunque e conigli allevati in cassette di plastica della verdura. Il presidente del patriziato aveva provveduto a dare acqua agli animali sofferenti. Nonostatne fosse stato steso rapporto agli uffici competenti del Cantone, la Spa riferisce che sulla vicenda non si era più saputo nulla.

Gennaio 2003 - La stessa persona dei fatti riportati pocanzi si è trasferita sul patriziato di Contone continuando l’allevamento. La Spab aveva espresso la propria perplessità agli uffici cantonali competenti ma non ha più saputo nulla.

Dicembre 2005 - La Spab è stata avvertita che in quella fattoria, al monte Pioda, si stava consumando una tragedia per gli animali. Il 24 dicembre, sono stati salvati da alcuni contadini e portati al piano 1 mulo, 12 asini (una femmina aveva appena partorito ma il piccolo non è mai stato trovato), 9 pecore, 6 capre del Toggenburgo di cui una con la zampa spezzata. Dei conigli e delle galline non si era più saputo nulla anche se voci le davano morte di sete nella stalla. Alcune pecore erano scomparse e sono poi state segnalate sull’alpe di Neggia.

Il supplizio dell’asinello Natalino - Saputo del fatto, un allevatore di equini di Castione, che di fatto era proprietario degli asini in quanto non erano stati acquistati, li ha ripresi ma il loro stato era pietoso. Uno di essi, completamente ferito alla pancia e con piaghe di rogna su tutto il corpo, non era più in grado di rialzarsi e sembrava che per lui non ci fosse più speranza. Siccome alla vigilia di Natale la centrale raccolta cadaveri era chiusa, l'asino sarebbe stato soppresso dopo Santo Stefano. Il giorno di Natale la pattuglia della Spab ha chiamato alla stalla il dott. Carlo Keller che dopo aver visitato l'animale ha ritenuto che non tutto fosse perduto. Dopo un anno di cure e impacchi sulle piaghe e grazie al continuo supporto da parte dei veterinari Zanetti e Malacrida, l'asino vive tuttora presso una stalla a Medeglia. La Spab spiega inoltre d'aver chiesto, come prevede la Legge federale, che a questo individuo non venisse più concessa la tenuta di animali dato che con il suo agire ha più volte dimostrato di non saperle custodire. Nonostante la richiesta formale non è successo nulla, scrive la Spab.

Settembre 2008 - Poco meno di un anno fa la Spab è stata chiamata sui monti di Piazzogna in quanto due asinelli erano tenuti in uno stato pessimo, senza alcun riparo. Gli ispettori arrivati sul posto per visionare la situazione hanno steso rapporto agli uffici cantonali competenti. "La stalla era chiusa e non avevano alcun riparo" racconta la Spab sottolineando ancora una volta il fatto che non sono stati presi provvedimenti e che il proprietario era, ancora una volta, lo stesso allevatore che aveva lasciato in stato pessimo l'asino Natalino. "Pochi giorni dopo, un fulmine li ha uccisi tutti e due mentre si riparavano sotto un abete in mancanza d’altro. L’asinella era gravida", rivela la Spab che "indignata per questo continuo stillicidio ha scritto, ancora una volta inutilmente, agli uffici cantonali.

Agosto 2009 - La cronaca recente riferisce di un nuovo caso di animali allevati in uno stato pietoso, senza la necessaria cura da parte dell'allevatore che, in questo caso, era ricoverato per malattia.

 

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