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Processo Parmalat: domani sarà ascoltato Stefano Tanzi

Processo Parmalat: domani sarà ascoltato Stefano Tanzi
BELLINZONA - Si è aperto stamani davanti al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona il processo contro Stefano Tanzi, figlio dell'ex proprietario di Parmalat Calisto Tanzi, e un coimputato. I due, che respingono gli addebiti, sono a...

BELLINZONA - Si è aperto stamani davanti al Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona il processo contro Stefano Tanzi, figlio dell'ex proprietario di Parmalat Calisto Tanzi, e un coimputato. I due, che respingono gli addebiti, sono accusati di truffa, amministrazione infedele e riciclaggio: avrebbero intascato 1,7 milioni di dollari che la società aeronautica canadese Bombardier credeva di versare quale indennizzo alla italiana Eliair, filiale di Parmalat.

Per la prima volta dall'insediamento del TPF nel capoluogo ticinese, una seduta del tribunale si svolge in italiano. Questa appendice elvetica della vicenda Parmalat, gruppo alimentare fallito nel dicembre 2003, dovrebbe tenere occupata la corte di tre giudici fino a giovedì, quanto è attesa la sentenza.

Sono presenti in aula entrambi gli imputati: il 40enne Tanzi e il suo presunto complice, un cittadino italiano di 55 anni, pilota ed ex responsabile della società di trasporti aerei Eliair, controllata per il 97% da Parmalat prima del crack.

Secondo l'accusa, i due imputati avrebbero negoziato nel 2001 con la società canadese Bombardier un indennizzo alla Eliair in seguito all'acquisto, da parte della società italiana, di un apparecchio che non aveva l'autonomia di volo richiesta dal gran patron della Parmalat Calisto Tanzi, principale utilizzatore degli aerei della Eliair. Le trattative si sono concluse con il versamento da parte della Bombardier di un rimborso di 1,7 milioni di dollari, versati su conti aperti alla banca Paribas di Lugano da Stefano Tanzi e dal suo presunto complice, all'insaputa della stessa Eliair. Soldi che sarebbero finiti nelle tasche dei due.

Il processo si è aperto con la testimonianza di un consulente finanziario della Paribas, presso la quale Tanzi e il suo presunto complice avevano aperto tre conti. Il primo a nome di Stefano Tanzi, dal pilota-dirigente di Eliair, che disponeva di una procura. Al conto era stato dato il nome Eliair per non destare sospetti alla Bombardier. Il denaro versato dall'impresa canadese, che credeva in buona fede di rimborsare Eliair, fu poi trasferito da Tanzi su un secondo conto, con un numero diverso ma sempre con il nome Eliair. Su un terzo conto, aperto a nome del pilota, furono trasferiti 100'000 dollari.

Il consulente della banca ha spiegato alla corte che non c'era ragione alcuna di sospettare qualcosa di illegale. "Non potevo nutrire alcun dubbio sulla legalità di queste operazioni nella misura in cui, nel 2001, Stefano Tanzi era uno dei principali dirigenti di Parmalat, un gruppo allora molto importante in Italia", ha dichiarato il teste. Il consulente ha aggiunto che l'imprenditore gli era stato presentato da un altro grosso cliente della banca, ossia il rappresentante di Bombardier in Svizzera, anch'egli all'oscuro delle transazioni dei due imputati.

Dopo altri testimoni anche il presunto complice ha potuto dare la sua versione dei fatti. L'uomo ha detto che i 100'000 dollari versati sul suo conto erano una gratifica per il suo impegno in Eliair. Egli ha sottolineato che il conto battezzato Eliair era stato aperto su ordine di Calisto Tanzi, che voleva utilizzare il rimborso della Bombardier per costituire una filiale di Eliair in Ticino. La società italiana contesta tuttavia questa versione dei fatti e si è costituita parte civile.

Domani sarà ascoltato Stefano Tanzi, che non ha mai voluto essere interrogato durante l'istruttoria, ha detto all'ATS il procuratore federale Pierluigi Pasi, che pronuncerà in seguito la sua requisitoria.

Le indagini in Svizzera erano cominciate a fine 2003, dopo il fallimento di Parmalat, su indicazione della Commissione federale delle banche che sospettava un'attività di riciclaggio.

Condannato a cinque anni di carcere nell'aprile 2007 per il fallimento Parmalat, Tanzi ha beneficiato di un condono di tre anni nell'ambito di una amnistia, ha detto all'ATS il procuratore Pasi. Dedotti sei mesi di detenzione preventiva, sconta attualmente il resto della pena svolgendo lavori di pubblica utilità.

Non è escluso che altri processi in rapporto con il fallimento Parmalat si tengano ancora in Svizzera. Il Ministero pubblico della Confederazione prosegue le indagini in diverse località elvetiche. Finora sono stati sequestrati quasi 20 milioni di franchi al gruppo italiano nelle banche svizzere.

Il crollo del gruppo alimentare è considerato uno dei più grandi scandali finanziari italiani ed europei. Parmalat ha fatto fallimento lasciando un buco di 14 miliardi di euro almeno. Calisto Tanzi è stato condannato lo scorso dicembre a dieci anni di reclusione. Essendo ultrasettantenne non è però stato incarcerato.

ATS

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