SVIZZERA
Un gigolò svizzero ricatta la donna più ricca di Germania

Keystone EPA Frank Rumpenhorst
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Un gigolò svizzero ricatta la donna più ricca di Germania
Un gigolò svizzero ricatta la donna più ricca di Germania
BERNA - Il ricatto della donna più ricca della Germania, la grande azionista di BMW e ereditiera della famiglia Quandt, Susanne Klatten, con foto e video di incontri sessuali trova grande risalto nei media di diversi paesi. La donna è...
BERNA - Il ricatto della donna più ricca della Germania, la grande azionista di BMW e ereditiera della famiglia Quandt, Susanne Klatten, con foto e video di incontri sessuali trova grande risalto nei media di diversi paesi. La donna è caduta nella trappola di un gigolò svizzero.
Il 43enne è già stato arrestato in gennaio in Tirolo, ha dichiarato all´agenzia APA il portavoce dell´Ufficio criminale federale austriaco Helmut Greiner confermando notizie di stampa. Più avanti è pure stato arrestato un 63enne italiano. Contro i due era stato emesso a Monaco un mandato d´arresto internazionale e sono stati consegnati poco dopo il fermo alla Baviera.
Ad aver reso noto il ricatto è stata la stessa vittima. Un suo portavoce ha indicato alla "Bild am Sonntag" che la Klatten "già in gennaio ha inoltrato alla procura di Monaco una denuncia penale per truffa e ricatto". Stando ai media tedeschi, austriaci, svizzeri e britannici la donna ha conosciuto il gigolò svizzero nell´estate 2007. È stata taglieggiata per mesi dallo svizzero con foto e video a luci rosse di incontri in alberghi di lusso realizzati da un complice.
La Klatten avrebbe deciso di sporgere denuncia perché ha riconosciuto "che la relazione con il signor S. aveva esclusivamente motivi criminali", ha spiegato il suo portavoce al domenicale tedesco. "Fin dall´inizio l´obiettivo è stato di truffarla e ricattarla in cambio di denaro." I ricatti erano iniziati nell´autunno 2007. In un primo momento l´estorsore avrebbe chiesto un prestito di diversi milioni di euro. "In seguito ha cercato di taglieggiare somme molto più elevate." Stando al "SonntagsBlick" di oggi e all´edizione online della "Süddeutsche Zeitung" la donna avrebbe prestato allo svizzero 11 milioni di franchi. Questi avrebbero però chiesto sempre più soldi, apparentemente 64 milioni di franchi, minacciando di pubblicare i filmati. Anche tre ricche amiche della Klatten, pure ricattate, avrebbero sporto denuncia.
Un portavoce della procura di Monaco ieri si è limitato a confermare che contro lo svizzero è in corso un´inchiesta. Stanno indagando anche la giustizia svizzera e italiana. Un portavoce della polizia sangallese conferma al "SonntagsBlick" di aver provveduto a chiarimenti per conto della procura di Monaco. Stando al domenicale elvetico il 43enne è già stato in prigione in Austria per delitti patrimoniali. Anche il complice italiano, un 63enne residente nella regione di Zurigo, sarebbe noto alla giustizia: negli anni Novanta la procura aveva indagato nei suoi confronti per truffa e ricatto. In veste di guru di una setta "curava" donne malate con le sue preghiere, riferisce il "SonntagsBlick".
La 46enne, madre di tre figli, è considerata la donna più ricca della Germania, con un patrimonio stimato a oltre 13 miliardi di franchi. È figlia di Herbert Quandt e della sua terza moglie Johanna. Con la morte del padre nel 1982 la Klatten e suo fratello Stephan ereditarono gran parte della fortuna di famiglia. Oggi è grande azionista della BMW, di cui detiene, assieme alla madre e al fratello, il 46% del capiatel azionario. È inoltre l´azionista principale del gruppo chimico-farmaceutico Altana.
Originariamente la famiglia Quandt era attiva nell´industria tessile, ma fece fortuna soprattutto con l´industria dell´armamento fornendo uniformi nella prima guerra mondiale e batterie per sommergibili, carri armati e siluri. Allora possedeva la Accumulatoren-Fabrik Aktiengesellschaft (AFA), nota oggi come VARTA Batterie AG e passata di mano.
Durante l´era nazionalsocialista il nonno, membro e sostenitore del partito nazista, e il padre della donna sfruttarono migliaia di lavoratori coatti, persone rinchiuse nei lager e prigionieri di guerra. Molti morirono. Ciononostante riuscirono a sottrarsi ai processi per crimini di guerra di Norimberga. Nel 1946 il nonno Günther fu arrestato e internato, ma i giudici lo ritennero solo un gergario e lo liberarono. La famiglia potè mantenere il proprio patrimonio. In seguito diverse imprese dei Quandt contribuirono al fondo di indennizzi creato nel 2000 a favore dei lavoratori coatti.
ats/dpa/afp/apa
Foto apertura: Keystone EPA Frank Rumpenhorst
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