Cerca e trova immobili
SAVOSA

Atlantide, parla la direttrice: "Non ho parole, non è vero niente"

None
Atlantide, parla la direttrice: "Non ho parole, non è vero niente"
SAVOSA - Non si è fatta attendere la risposta della direzione dell'Atlantide di fronte alle accuse di UNIA sulle condizioni di lavoro al Centro. "Non ho parole - ha detto la direttrice Simona Malagoni - non è assolutamente vero. È vero che st...

SAVOSA - Non si è fatta attendere la risposta della direzione dell'Atlantide di fronte alle accuse di UNIA sulle condizioni di lavoro al Centro. "Non ho parole - ha detto la direttrice Simona Malagoni - non è assolutamente vero. È vero che stiamo ristrutturando e ci sono stati licenziamenti, ma non la quantità di persone di cui parla il sindacato, e nemmeno nei modi descritti. Siamo veramente sconcertati.

Per quel che concerne i turni, la direttrice è chiara, non c'è sovraccarico orario "perché per noi il rispetto delle persone è fondamentale. Idem per i piani di lavoro cerchiamo sempre di andare incontro al personale. In un caso abbiamo persino allestito un turno per andare incontro ad un dipendente che doveva dare da mangiare al cane o al gatto". Continua Simona Malagoni.

I licenziamenti ci sono stati ma per motivi importanti e gravi, ha sottolineato ancora la direttrice. E la situazione che si è venuta a creare in seguito è decisamente pesante. E si parla della petizione. La direttrice spiega che "delle signore amiche intime di questi dipendenti licenziati hanno dato il La e hanno obbligato le persone a firmare. Io ho avuto dei reclami al riguardo, gente che non voleva più venire al centro perché venivano obbligati a firmare la petizione nelle docce. Un mio caposettore è stato persino minacciato di morte e abbiamo dovuto fare denuncia in polizia". Una situazione difficile da gestire, ha spiegato Simona Malagoni.

Il sindacato sostiene di aver cercato la mediazione tra le parti ma il Centro ha rifiutato il dialogo. La direttrice é categorica su questo punto. Alla richiesta del reintegro delle persone licenziate non si è potuto dare seguito positivo perché i motivi dell'allontanamento erano molto seri.

E sulla questione della ricerca di personale oltre confine la risposta è pronta e chiara: "Qui non ci sono persone qualificate ed è un problema diffuso in Ticino, per questo motivo ne stiamo anche discutendo con la Federazione centri fitness e si opensava addirittuta di creare una scuola. Per trovare personale abbiamo fatto un'inserzione in Ticino ma non abbiamo ricevuto candidature idonee, per questo motivo abbiamo dovuto allargare la ricerca in Italia. I bilaterali agevolano la procedura ma questo non significa che paghiamo meno, anzi. Per esempio ho assunto due campioni del mondo di provenienti dall'Italia che però mi costano il triplo rispetto ad altri. Non si parla di risparmio".


"Il problema delle chiavi - conclude Simona Malagoni - è ridicolo. È successo solo una volta sola. Il problema è che le chiavi vengono affidate solo a determinate persone. Una sola mattina la persona responsabile non è stata bene e quindi non ha aperto in  tempo ma, ripeto, è successo una volta sola".

 
p.l. 

 

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
NOTIZIE PIÙ LETTE