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Tra Stati Uniti ed Europa, lungo i sentieri dell’informatica. Intervista a Enrico Gulfi

Inaugurata ieri sera con un affollato vernissage, la mostra Informatica è arte mira – provocatoriamente – ad avvicinare la disciplina dell’informatica all’espressione artico/figurativa, con l’obiettivo mostrare quanto il software e la sua architettura possano essere pervasivi in tutti risvolti della vita umana.
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Tra Stati Uniti ed Europa, lungo i sentieri dell’informatica. Intervista a Enrico Gulfi
Inaugurata ieri sera con un affollato vernissage, la mostra Informatica è arte mira – provocatoriamente – ad avvicinare la disciplina dell’informatica all’espressione artico/figurativa, con l’obiettivo mostrare quanto il software e la sua architettura possano essere pervasivi in tutti risvolti della vita umana.
LUGANO - Enrico Gulfi, attualmente vice direttore dei servizi informatici della città di Lugano, racconta il suo cammino e la sua carriera, lungo i sentieri dell’informatica. La sua è una vita intrecciata all'informatica. Da dove ha inizia...

LUGANO - Enrico Gulfi, attualmente vice direttore dei servizi informatici della città di Lugano, racconta il suo cammino e la sua carriera, lungo i sentieri dell’informatica.

La sua è una vita intrecciata all'informatica. Da dove ha iniziato?
“Il mio interesse per l'informatica è nato al termine degli studi liceali, nel momento della scelta degli studi universitari. Ero intenzionato ad iscrivermi ad una facoltà di matematica ma il timore di avere pochi sbocchi professionali mi aveva convinto a lanciarmi nello studio dell'informatica alla neonata facoltà del Politecnico di Zurigo”.

Lei ha attraversato aziende e istituzioni in Europa e negli Stati Uniti, quanto è rilevante un buon "architetto" informatico e quanto conta la creatività in questo mestiere?
“Nell'ingegneria informatica, come nel campo delle costruzioni, con il termine di "architetto" si indica quella persona incaricata di "disegnare" la soluzione nel rispetto dei vincoli imposti dalla tecnologia, dal contesto, dal committente. In entrambe i casi, il buon architetto si distingue per la sua capacità di creare un "prodotto" non solo efficiente e funzionale, ma anche esteticamente piacevole. In tal senso la creatività è essenziale e i risultati che essa produce sono facilmente distinguibili sul mercato”.

Oltre che uno strumento di lavoro, l'informatica si presenta qui anche come espressione artistica. È d'accordo?
“Assolutamente sì: l'arte, nella sua accezione più ampia, comprende ogni attività umana che sfoci in creazioni esteticamente appaganti. Ma oltre a questa forma di arte esplicita, ce n’è una meno evidente agli occhi dei più, destinata agli esperti del settore: gli ingegneri di sistemi informatici sanno infatti riconoscere ed apprezzare l'"eleganza interna" di un prodotto informatico, frutto della creatività dei suoi ideatori”.

Immagina un'estensione di questo tipo di applicazioni oltre i confini di una mostra, in altri settori professionali?
“Gli oggetti che incontriamo in questa mostra sono il risultato di una ricerca attorno al tema dell'interattività fra persona e macchina. La sperimentazione nel campo dell'interazione naturale e spontanea fra persone e macchine è in corso nel settore da parecchio tempo e i risultati ottenuti in passato sono oggi già parte di prodotti commerciali. Sono convinto che anche queste applicazioni ci possono aiutare a ridefinire i limiti dell'interattività. Con queste conoscenze sarà possibile creare nuove soluzioni informatiche sia in quei settori in cui i classici mouse, tastiera e schermo non sono proponibili, sia per futuri prodotti destinati al grande mercato”.

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