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Vincenzo Scifo: "Ragazzi, godetevi il momento"

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Vincenzo Scifo: "Ragazzi, godetevi il momento"
BERLINO - "Preparatevi adeguatamente e sfruttate al massimo l'occasione, non abbiate rimpianti", questi sono i messaggi trasmessi da Vincenzo Scifo, ex-fuoriclasse della nazionale belga, ai quarantadue giocatori in lizza per il Premio Miglior Gi...
BERLINO - "Preparatevi adeguatamente e sfruttate al massimo l'occasione, non abbiate rimpianti", questi sono i messaggi trasmessi da Vincenzo Scifo, ex-fuoriclasse della nazionale belga, ai quarantadue giocatori in lizza per il Premio Miglior Giovane Calciatore Gillette a Germania 2006.

Scifo, considerato da molti il miglior giovane calciatore a Messico '86, aveva solo vent'anni quando la sua stella illuminò il mondo del calcio. Figlio di un minatore siciliano emigrato in Belgio, aveva già segnato 432 gol nei tornei scolastici prima di essere tesserato dall'Anderlecht.

In quella squadra siglò 135 reti in tre stagioni con le formazioni giovanili, debuttando fra i professionisti nell'agosto 1983 contro il Barcellona. Quella partita rivelò il suo prodigioso talento ed è proprio da quella gara che inizia l'intervista concessa a FIFAworldcup.com.

Enzo, siamo certi che ricordi ancora i due tunnel fatti a Diego Maradona nella prima partita giocata con l'Anderlecht!
Naturalmente! Era il mio primo incontro in prima squadra. Giocavamo contro il Barcellona, un avversario eccezionale, ed era per me un sogno che si avverava, anche se per Diego è stato veramente un incubo! L'ho visto poche volte negli ultimi anni. Sono contento che si sia ripreso bene e spero che ora i suoi problemi di salute siano solo un ricordo del passato.

Pensi che quando eri giovane gli altri calciatori invidiassero la tua bravura?
Non penso che fossero invidiosi di me, ma che molti fossero invidiosi perché non riuscivano a fare altrettanto. Quando feci la mia apparizione negli spogliatoi dei veterani, penso che molti dei miei compagni di squadra volessero soltanto che lavorassi sodo, restassi umile e non facessi nulla di troppo spettacolare. Tuttavia, anche se non avevo mai giocato come professionista, c'era un grande interesse attorno a me. Il pubblico scandiva il mio nome prima del calcio d'inizio, il che era sorprendente.

Come ti sentivi?
Camminavo senza toccare terra con i piedi! Mi stavo allenando con la prima squadra da quando avevo quindici anni, quindi l'attesa dell'esordio era per me alquanto frustrante. Non vedevo l'ora di giocare e, quando arrivò il momento del mio esordio, ero al settimo cielo. Stavo coronando il sogno di una vita.

Il pubblico ti considera il miglior giovane calciatore di Messico '86. Che consiglio vuoi dare ai giovani calciatori impegnati nel Mondiale 2006?
Quando giocate il vostro primo Mondiale, valutate che potrebbe essere anche l'ultimo, quindi preparatevi mentalmente. Non potete permettervi di avere rimpianti, dedicate la vostra vita alle quattro settimane del torneo. Giocare nella Coppa del Mondo è un'esperienza esaltante che dovete accarezzare ogni secondo. Ricordo quando da giovane assistevo ai Mondiali e, come tutti gli altri aspiranti calciatori, sognavo di partecipare a un'edizione. Promisi quindi a me stesso che, se avessi avuto la possibilità di giocare in un Mondiale, avrei sfruttato al massimo l'occasione. Avrei tenuto i piedi per terra e sarei rimasto umile, ma soprattutto avrei cercato di cogliere quell'opportunità. Prima che la mia carriera finisse ho avuto la possibilità di giocare quattro Mondiali. Sono stato davvero fortunato!

Quali insegnamenti hai tratto dalla tua prima Coppa del Mondo FIFA?
È durata un attimo! (ride - ndr) È stata per molti versi un microcosmo che riproduce la tua carriera. Ci sono alti e bassi e tutto trascorre in fretta, proprio come la tua avventura nel calcio. Stai scendendo dall'aereo che ti ha portato nel Paese ospitante ed il minuto dopo sei già sulla strada di casa. Nel 1986 l'inizio era stato veramente disastroso. Perdemmo la prima partita contro il Messico, vincemmo la seconda contro l'Iraq e pareggiammo l'ultima gara contro il Paraguay. Alla fine ci qualificammo per gli ottavi grazie al ripescaggio, essendo una delle migliori squadre al terzo posto. In seguito sconfiggemmo l'URSS per 4-3 in una partita memorabile e ci giocammo i quarti di finale con la Spagna. Riuscimmo a sconfiggere gli iberici ai rigori e quella fu per me una partita stupenda. Giocai molto bene ed era una di quelle gare dove tutto sembra andare per il verso giusto. Fummo sconfitti dall'Argentina nella semifinale e Diego riuscì a vendicarsi con me per i due tunnel che gli avevo fatto con l'Anderlecht, segnando due gol. Alla fine perdemmo con la Francia la finale per il terzo posto, ma le sconfitte non furono un problema e comunque ricordo quel mese come uno dei più belli della mia vita.

Oltre alla partita con la Spagna, qual è il tuo ricordo più esaltante della Coppa del Mondo FIFA?
Ad Italia '90, penso che la nazionale con cui giocai il torneo rimarrà negli annali come uno dei gruppi di giocatori più dotati che abbia mai rappresentato il Belgio. Abbiamo perso con l'Inghilterra agli ottavi, negli ultimi minuti dei supplementari, pur avendo giocato meglio in tutta la partita. Tuttavia, speravamo che la gara si risolvesse ai rigori perché eravamo molto stanchi. Può darsi che ci sia stata una perdita di concentrazione, oppure un colpo di sfortuna, ma il calcio è fatto così.

Il Belgio, partecipando ininterrottamente alla fase finale della Coppa del Mondo FIFA dal 1982 al 2002, ha davvero realizzato una grande impresa. Che cosa ne pensi?
Infatti, è stato stupefacente, soprattutto se si considera che il Belgio è una nazione molto piccola. Abbiamo dei buoni giocatori, ma riusciamo anche nel gioco di squadra. Questo è assolutamente indispensabile, soprattutto ai Mondiali. Quando un giovane calciatore gioca per la prima volta in nazionale, non penso che abbia la stessa combattività dei compagni di squadra più anziani, quindi deve imparare da loro.

Infine, quale squadra pensi che il 9 luglio sarà incoronata campione del Mondo?
È molto difficile fare un pronostico. A sensazione direi la Francia. Non so che cosa mi faccia propendere per questa squadra, è solo una sensazione. Penso che anche l'Italia e l'Olanda otterranno dei buoni risultati.

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