«I dazi di Trump? Berna parli con Washington»

La direttrice della SECO consiglia di negoziare un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. Soprattutto per l'import dei medicinali.
La direttrice della SECO consiglia di negoziare un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. Soprattutto per l'import dei medicinali.
BERNA - È ancora troppo presto per valutare l'impatto di eventuali dazi statunitensi sui medicinali svizzeri: lo sostiene la direttrice della Segreteria di Stato dell'economia (SECO) Helene Budliger Artieda in un'intervista apparsa oggi sui giornali di lingua tedesca del gruppo Tamedia, precisando che è importante per la Svizzera negoziare un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti.
«Dobbiamo andarci presto e vedere se qualcosa è possibile», ha dichiarato la direttrice della SECO. Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump minaccia di tassare le importazioni di farmaci del 25%, il che potrebbe avere un forte impatto sull'industria farmaceutica svizzera.
Budliger Artieda nota tuttavia che le aziende farmaceutiche elvetiche «producono già molto negli Stati Uniti. Nessun Paese investe tanto nella ricerca e nello sviluppo negli Usa quanto la Svizzera». Inoltre, le aziende svizzere pagano stipendi medi di 140'000 dollari all'anno negli Stati Uniti, aggiunge. «Da tempo facciamo esattamente quello che vuole il nuovo governo» americano.
La Svizzera è sempre interessata a nuovi accordi, ha detto. Un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti non danneggerebbe necessariamente l'agricoltura elvetica, ha aggiunto. «Le arance non crescono in Svizzera, ma in Florida sì», ha proseguito la direttrice della SECO, sottolineando che ci sono prodotti per i quali i dazi potrebbero essere ridotti senza che gli agricoltori svizzeri ne risentano.





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