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SVIZZERAIl deposito di scorie nucleari e le questioni ancora aperte

10.09.22 - 16:26
Il plauso UDC per la decisione e la richiesta socialista del coinvolgimento di esperti internazionali
keystone-sda.ch / STF (MICHAEL BUHOLZER)
Fonte Ats
Il deposito di scorie nucleari e le questioni ancora aperte
Il plauso UDC per la decisione e la richiesta socialista del coinvolgimento di esperti internazionali

BERNA - Se la regione di Lägern Nord si conferma essere la più sicura della Svizzera, la decisione sull'ubicazione del deposito definitivo di scorie nucleari deve essere accettata, sostengono l'UDC e il PS del canton Zurigo. Rimangono però ancora questione aperte.

La posizione UDC - In un comunicato stampa di sabato, l'UDC ha accolto con favore il fatto che, dopo 14 anni, la decisione sull'ubicazione del deposito rappresenti finalmente un passo importante verso uno stoccaggio sicuro. Il partito sottolinea che nella costruzione del deposito devono essere rispettati i diritti di proprietà dei cittadini e l'autonomia dei comuni in materia di pianificazione territoriale. «Inoltre, le comunità del sito direttamente interessate devono essere compensate per gli oneri sostenuti».

L'UDC chiede in particolare che i risultati delle indagini per quanto riguarda la sicurezza siano pubblicati in modo trasparente, comprensibile e completo. «La sicurezza non riguarda solo l'impianto di stoccaggio vero e proprio, ma anche le vie di trasporto», precisa.

I dubbi socialisti - Per il PS al momento ci sono ancora troppe domande senza risposta e devono essere approfondite in modo indipendente. In un comunicato, il partito cita, ad esempio, la protezione delle acque sotterranee profonde o possibili depositi di gas naturale che potrebbero mettere in discussione la costruzione del deposito.

La popolazione della regione di Lägern Nord si assumerà un onere molto pesante per la Svizzera, afferma il PS. «Ha il diritto di veder fugati gli ultimi dubbi e di esaminare ulteriormente le alternative prima della costruzione di un deposito geologico profondo». Il fatto che l'area sia la più adatta deve essere dimostrato senza ombra di dubbio e con il coinvolgimento di esperti internazionali.

I Verdi chiedono garanzie sulla sicurezza - È chiaro che la popolazione non accetterà alcun sito di stoccaggio di scorie nucleari sulla porta di casa finché non verrà garantita la sicurezza e non sarà noto il volume di stoccaggio necessario. Per questo, per i Verdi, è fuori discussione stoccare le scorie senza un'uscita vincolante dall'atomo, menzionando una durata massima di vita per le vecchie centrali nucleari.

Il partito, in un comunicato, sottolinea che devono essere garantiti il recupero delle scorie nucleari e l'interruzione della pianificazione nel sito, qualora nuove conoscenze mettano in discussione la sicurezza dello stoccaggio delle scorie ad alta attività. Per i Verdi, la dipendenza della Nagra dai gestori degli impianti nucleari è ancora problematica. Ci sono anche dubbi sull'indipendenza dell'Ispettorato federale della sicurezza nucleare (IFSN). I Verdi chiedono quindi un ulteriore monitoraggio da parte di esperti indipendenti di altri Paesi.

Gli ecologisti colgono pure l'occasione per ribadire che le centrali nucleari non garantiscono la sicurezza dell'approvvigionamento energetico e citano a sostegno «la minaccia di un disastro nucleare nella centrale di Zaporizhia a causa della guerra in Ucraina, la canicola in Svizzera che ha costretto a sospendere le attività delle centrali svizzere quest'estate e la chiusura di centrali francesi a causa delle pessime condizioni». Inoltre, tutto l'uranio proviene dall'estero e il 60% dalla Russia, il che rende la dipendenza ancora più critica rispetto al gas, afferma ancora un comunicato.

Greenpeace vede pochi progressi - Dal canto suo, l'organizzazione ambientalista Greenpeace prende atto della decisione della Nagra sulla regione scelta per l'ubicazione delle scorie nucleari. A suo avviso, ciò rappresenta solo un piccolo passo avanti: «La conservazione a lungo termine delle scorie nucleari terrà occupata ancora generazioni di persone».

A livello mondiale non ci sono valori empirici sulla conservazione a lungo termine delle scorie altamente radioattive, si legge ancora nella presa di posizione di Greenpeace. «Inoltre nessuno sa se e come l'ubicazione del deposito debba essere contrassegnato per le prossime generazioni».

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