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SVIZZERAAccordo quadro: «Berlino si impegnerà per le discussioni con l'UE»

12.10.20 - 08:49
Lo assicura Michael Flügger, nuovo ambasciatore tedesco in Svizzera
Keystone - foto d'archivio
Fonte ats
Accordo quadro: «Berlino si impegnerà per le discussioni con l'UE»
Lo assicura Michael Flügger, nuovo ambasciatore tedesco in Svizzera

BERNA - Il nuovo ambasciatore tedesco in Svizzera Michael Flügger ritiene che nuove trattative sui punti chiave dell'accordo quadro con l'Unione europea siano irrealistiche. Ma, a suo avviso, rinegoziazioni e chiarimenti sono una prassi corrente a Bruxelles.

Berlino si impegnerà affinché la Svizzera possa discutere con l'UE su tutte le questioni che non riguardano punti essenziali, promette Flügger in un'intervista pubblicata oggi dal quotidiano svizzero-tedesco Blick.

Se i punti chiave non potranno nuovamente essere affrontati, nuove trattative sono frequenti nell'Unione europea, assicura l'ambasciatore di Germania. Chiarimenti, allegati e disposizioni sono stati adottati per numerosi trattati, osserva Flügger, sottolineando come esistano numerose possibilità per ottenere garanzie.

Attesa risposta chiara - Il diplomatico tedesco cita ad esempio la direttiva sulla cittadinanza europea, uno dei punti contestati in Svizzera. A suo avviso, essa non significa che tutti possano venire nella Confederazione per beneficiare dell'aiuto sociale. Se questa è la preoccupazione, se ne può sicuramente parlare, aggiunge.

A proposito della Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE), il suo ruolo è molto limitato, secondo Flügger. Essa è competente soltanto in caso di litigio concernente il diritto europeo, spiega. «È semplicemente assurdo pretendere che la CGUE comanderà tutto in Svizzera. Con questa attitudine difensiva, ci si dimentica a che cosa serva l'accordo».

Gli accordi bilaterali hanno 21 anni, sottolinea il diplomatico tedesco. «Da allora il mondo è cambiato». Il fatto che le relazioni bilaterali siano rimaste al livello del 1999 non può essere nell'interesse della Svizzere, aggiunge. Ma ora la Commissione europea si attende una risposta chiara dal Consiglio federale, su quello che vuole realmente.

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