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SVIZZERA

Femminicidi: «Numeri sconvolgenti quest'anno»

Diciotto casi già nei primi sei mesi. La consigliera federale Baume-Schneider convoca una riunione straordinaria.
Foto AFP
Fonte TAGES-ANZEIGER
Femminicidi: «Numeri sconvolgenti quest'anno»
Diciotto casi già nei primi sei mesi. La consigliera federale Baume-Schneider convoca una riunione straordinaria.

ZURIGO - L'ultimo caso è quello di una donna uccisa dal suo ex marito nel canton Soletta. Anche in Svizzera i casi di femminicidio cominciano a destare preoccupazione: dall'inizio dell'anno sono già 18 (dati delle attiviste di Stop Femizid), lo stesso numero che si era registrato nel 2024 però in un anno intero.

È un articolo del Tages-Anzeiger a riportare alla luce l'argomento.

Nora Markwalder, professoressa di diritto penale e criminologa all’Università di San Gallo, pur convenendo che «ci sono già molti omicidi di donne quest’anno» ricorda che «rispetto all’estero, in Svizzera ci sono generalmente pochi omicidi».

Un dato però salta all'occhio: «Due terzi delle persone pericolose erano già registrate dalla polizia».

Pia Allemann, del centro di consulenza per donne contro la violenza in matrimonio e convivenza (BIF), al Tagi parla di «numeri sconvolgenti quest’anno. Gli omicidi in generale diminuiscono, ma non per le donne tra le proprie quattro mura. Spiegare l’alto numero di femminicidi di quest’anno è difficile. Quello che sicuramente vediamo è un ritorno di misoginia. Le concezioni patriarcali di mascolinità riscuotono sempre più consenso».

Secondo Allemann, serve un serio «monitoraggio delle persone violente». E cita come esempio la Spagna: là esistono «centri di monitoraggio nazionali. In Svizzera il controllo elettronico di potenziali autori e vittime è stato testato solo a livello cantonale. La mia impressione è che politicamente ci sia troppa poca pressione su questo tema».

Tema che da anni è nell'agenda politica (dal 2018, ricorda il Tagi, «in Svizzera è in vigore la Convenzione di Istanbul, un accordo del Consiglio d’Europa per la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica) e Confederazione e cantoni hanno concordato una serie di misure. «Tuttavia, la loro attuazione non ha finora dato risultati misurabili. Alcuni punti sono ancora in stallo».

Come la hotline nazionale per le vittime di violenza domestica: doveva essere attiva già da quest'anno ma non vedrà la luce prima del maggio 2026. L' Ufficio federale per l’uguaglianza per voce del co-direttore Gian Beeli ammette i ritardi e si dice preoccupato, ma spera che «l’alto numero di casi di quest’anno sua solo una casuale concentrazione e una tendenza sociale».

E che la questione cominci a preoccupare anche i piani alti della politica lo conferma la riunione straordinaria indetta per settimana prossima da Baume-Schneider: in quella sede i delegati di Confederazione, cantoni e comuni cercheranno di mettere insieme delle proposte di prevenzione al fenomeno dei femminicidi.

La Confederazione - scrive il Tages-Anzeiger - «sta lavorando a una rilevazione supplementare di tutti gli omicidi e tentati omicidi degli ultimi cinque anni. I casi saranno analizzati in dettaglio per quanto riguarda le condizioni di vita di vittime e sospetti, i motivi e le circostanze del delitto. I risultati sono attesi per fine anno».

Un dato che emerge è che «gli svizzeri uccidano più spesso donne con armi da fuoco». La professoressa Markwalder imputa questo metodo di uccisione «al maggiore accesso alle armi, ad esempio attraverso il servizio militare o il tiro a segno».

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