«Quando la guerra finirà voglio restare in Svizzera»

Sempre meno ucraini vedono un futuro nella loro patria.
Sempre meno ucraini vedono un futuro nella loro patria.
BERNA - Fra dichiarazioni, indiscrezioni e smentite, dall’insediamento di Donald Trump si parla sempre più della possibilità di porre fine al conflitto in Ucraina.
«Non ci voglio pensare» - Le notizie, ovviamente, sono seguite con molta attenzione dai rifugiati ucraini in Svizzera. Hanna Zaporozhets, 30 anni, intervistata dal Blick, non vuole «nemmeno pensare a cosa potrebbe significare perdere, di nuovo, tutto». La sua paura è che la sua casa sia stata distrutta. Oppure, che a seguito di accordi con Putin, si trovi in un territorio occupato.
La fuga - Nel 2015, a causa della guerra nel Donbass, si è spostata da Donetsk a Mariupol. Poi, nel 2022, è scappata in Svizzera e ora vive nel canton Zugo. «Non ho più le energie per ricominciare da zero. Quando il conflitto finirà, voglio restare in Svizzera».
«Perché non posso restare?» - Ihor Puzyrov ha 20 anni e si domanda: «Visto che mi sono integrato bene, perché non posso restare?» Il giovane, fuggito da Mariupol, ora parla correntemente il tedesco, svolge un apprendistato a Basilea ed è riuscito ad affittarsi una stanza: «Se faccio il mio dovere, tutti ne traiamo beneficio. Svizzera compresa».
La situazione - Nella seduta del 4 settembre 2024, il Consiglio federale ha deciso di non revocare prima del 4 marzo 2026 lo statuto S a favore delle persone bisognose di protezione provenienti dall’Ucraina. Ha inoltre prorogato fino a tale data anche le misure di sostegno per i titolari dello statuto di protezione S.
Il progetto del governo ucraino - Il governo ucraino ha preso atto che sta perdendo sempre più il contatto con i suoi connazionali fuggiti. Nel dicembre 2024, Kiev ha quindi istituito un ministero ad hoc con l'obiettivo è di stabilire un contatto più stretto con gli ucraini all'estero e incoraggiarli a tornare.





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