Cerca e trova immobili
BERNA

Obbligata a fare dei giochi erotici con il suo capo

Il capo di un’azienda bernese aveva messo in piedi uno stratagemma per forzare un’impiegata ad avere dei rapporti sessuali con lui
Fotolia
Obbligata a fare dei giochi erotici con il suo capo
Il capo di un’azienda bernese aveva messo in piedi uno stratagemma per forzare un’impiegata ad avere dei rapporti sessuali con lui
BERNA - Difficile vederci chiaro nell’affare di cui da mercoledì si sta occupando il tribunale regionale di Berna-Mittelland. Tutto è cominciato nel luglio 2013 quando la responsabile del personale di un’azienda attiva nel s...

BERNA - Difficile vederci chiaro nell’affare di cui da mercoledì si sta occupando il tribunale regionale di Berna-Mittelland. Tutto è cominciato nel luglio 2013 quando la responsabile del personale di un’azienda attiva nel settore della costruzione ha ricevuto una e-mail da una certa Carla. Nella missiva, la sconosciuta esortava l’impiegata ad andare al lavoro vestita in maniera sexy a dei giorni ben precisi e ad andare a letto con il suo capo. Se non l’avesse fatto, avrebbe rischiato delle gravi conseguenze familiari e professionali. Quello che la dipendente non sapeva: era proprio il suo capo a celarsi dietro il falso nome.

«Il più grande errore della mia vita» - Secondo la “Berner Zeitung”, l’uomo rischia ora una condanna per coazione, coazione sessuale e violenza carnale. Interrogato dalla Corte, l’accusato non ha saputo spiegare le proprie azioni, limitandosi ad ammettere: «È stato il più grande errore della mia vita».

Secondo gli atti, i due avrebbero avuto una cinquantina di rapporti sessuali nei due anni seguenti alla prima e-mail. Come prove, l’impiegata, ma anche il capo, inviavano a “Carla” dei video in cui i due erano ritratti mentre facevano sesso, «anche con dei giochi di ruolo». Il capo era infatti riuscito a far credere alla propria vittima di essere egli stesso vittima di un ricatto.

Violenza sessuale e psicologica - L’avvocato della difesa ha chiesto l’assoluzione del proprio assistito in quanto «sembra strano che l’impiegata non si sia fatta delle domande sulle minacce che riceveva e che abbia accettato di buon grado a ciò che le veniva chiesto». Per l’avvocato dell’impiegata, la donna sarebbe invece stata costretta ad avere dei rapporti sessuali, subendo inoltre un’enorme pressione psicologica. Il Ministero pubblico ha chiesto una pena detentiva di 22 mesi.

 

🔐 Sblocca il nostro archivio esclusivo!
Sottoscrivi un abbonamento Archivio per leggere questo articolo, oppure scegli MyTioAbo per accedere all'archivio e navigare su sito e app senza pubblicità.
Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
COMMENTI
NOTIZIE PIÙ LETTE