Voleva uccidere una ragazza e poi stuprarla, internamento per un 31enne
L'uomo è stato condannato a venti anni di reclusione per tentato assassinio
HIRSCHTHAL - Venti anni di reclusione e la misura dell'internamento per tentato assassinio: questa la condanna emessa oggi nei confronti di un 31enne argoviese che il 29 luglio 2012 sparò alla nuca ed aggredì una 18enne che all'una di notte stava rincasando a piedi a Hirschthal (AG). La ragazza ebbe la vita salva perché il proiettile era difettoso.
L'imputato ha ribadito in aula l'agghiacciante confessione fatta dopo l'arresto: voleva uccidere la ragazza e abusare sessualmente del cadavere. Il Tribunale distrettuale di Aarau ha seguito le richieste della pubblica accusa e lo ha riconosciuto colpevole di tentato assassinio.
"È stato per puro caso" che si sia rimasti al tentato assassinio, ha sottolineato il presidente del tribunale, precisando che la misura dell'internamento è stata decisa all'unanimità dai cinque membri della corte. La difesa ha sostenuto la tesi del tentato omicidio intenzionale e chiedeva una una riduzione della condanna a dieci anni e una terapia stazionaria.
L'aggressore, fino ad allora incensurato, ha ammesso di avere in precedenza pedinato altre donne. Fu arrestato poco dopo i fatti perché ritornò sul luogo del delitto per recuperare la pistola persa durante la colluttazione con la sua vittima, che oppose resistenza con tutte le forze e lo graffiò al volto. L'arma apparteneva al padre del condannato.
"Ha distrutto la mia vita", ha dichiarato in aula la giovane donna, che era accompagnata dai genitori e ha rivisto per la prima volta il suo aggressore. La vittima ha raccontato che quella notte, mentre stava rincasando, notò che qualcuno la stava seguendo e improvvisamente sentì un colpo alla nuca. Fu poi aggredita, ma riuscì a divincolarsi e a ritornare a casa. La madre allarmò la polizia e accompagnò la ragazza all'ospedale, dove i medici estrassero un pezzo di proiettile da una ferita sanguinante che aveva dietro la testa.
Ats




Su alcuni temi riceviamo purtroppo con frequenza messaggi contenenti insulti e incitamento all'odio e, nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a garantire un dialogo costruttivo. Per le stesse ragioni, disattiviamo i commenti anche negli articoli dedicati a decessi, crimini, processi e incidenti.
Il confronto con i nostri lettori rimane per noi fondamentale: è una parte centrale della nostra piattaforma. Per questo ci impegniamo a mantenere aperta la discussione ogni volta che è possibile.
Dipende anche da voi: con interventi rispettosi, costruttivi e cortesi, potete contribuire a mantenere un dialogo aperto, civile e utile per tutti. Non vediamo l'ora di ritrovarvi nella prossima sezione commenti!