Il primo attentato di matrice incel nella storia della Svizzera

Nel 2020 un 28enne ha travolto due cicliste 15enni e si è dato alla fuga filmando e trasmettendo tutto in streaming. Cinque anni dopo gli inquirenti confermano: «Si era radicalizzato sul web».
AMRISWIL (TG) - Ha investito due cicliste quindicenni che viaggiavano a bordo strada, poco dopo si è schiantato contro un guardrail e poi ha proseguito la sua fuga a piedi. In seguito ha sottratto la vettura a una 56enne, minacciandola con un coltello, e guidato per ore fra strade locali e autostrade della Svizzera orientale fino al fermo e all'arresto. Nel frattempo delle due ragazze, ferite in maniera seria, una è stata trasportata d'urgenza in ospedale dalla Rega.
I fatti avvenuti ad Amriswil (TG) a settembre del 2020 sono recentemente stati riletti in una chiave differente: quella del primo attentato estremista di matrice Incel della Svizzera. A svelarlo è un reportage realizzato da SRF Investigativ che ha ripercorso la vicenda attraverso il lavoro degli inquirenti.
A confermare le motivazioni ideologiche del gesto «come probabile movente» sono gli stessi agenti della Fedpol che si sono occupati del caso.
Il 28enne alla guida della vettura, confermano gli inquirenti, era un “celibe involontario” radicalizzatosi fra i forum web e che aveva meticolosamente preparato l'assalto, comprandosi un'automobile e procurandosi le armi. Sui forum che frequentava aveva anche postato un manifesto, scritto in inglese, in cui citava: «Gli uomini sono la ragione per cui esisti. E quindi è loro permesso governare. Le donne devono solamente obbedire».
Quel giorno, il giovane attentatore ha ripreso e trasmesso in streaming l'assalto, dal momento dell'uscita dalla porta di casa, compreso l'impatto con le bici delle due ragazze, fino all'abbandono della vettura, dopo lo scontro con la barriera stradale.
Uomini che odiano le donne (che non li amano)
Incel è l’acronimo di involuntary celibate: uomini che si definiscono incapaci di avere relazioni o rapporti sessuali pur desiderandoli, spesso la colpa di questa frustrazione è identificata con la donna. Nati inizialmente come comunità di supporto, alcuni gruppi online si sono radicalizzati, diffondendo misoginia, senso di vittimismo e narrativa di «ingiustizia biologica», ovvero il concetto che le maggior parte delle ragazze siano attratte da una minoranza dei ragazzi (quelli attraenti in modo canonico) . In rari casi, spesso saliti al novero della cronaca nera, questa ideologia ha ispirato atti di violenza anche estrema. In questo senso ha fatto molto discutere la serie britannica “Adolescence” di Netflix che ha portato il pensiero, e il suo lessico, alla ribalta mediatica.
«Siamo finite su quella via per puro caso dopo una deviazione improvvisata», ricorda una delle due, «è stata la decisione sbagliata».
L'aggressione di cinque anni fa ancora oggi ha lasciato il segno - su psiche e corpo - di entrambe le donne. Una di loro, da allora, non è più salita in sella a una bicicletta. L'altra vittima ha dovuto rinunciare all'atletica: «Faccio ancora fatica a lavarmi i capelli perché il mio corpo non è ancora guarito del tutto».
Nel 2023 il 28enne è stato condannato dal tribunale di Arbon (TG) a 13 anni e mezzo per duplice tentato omicidio. Al momento sta scontando la pena in un istituto psichiatrico di massima sicurezza.



