La prima dell'ambasciatrice USA è a cena

Prima uscita pubblica di Callista Gingrich: «Vogliamo che la Svizzera diventi il quinto investitore diretto negli Stati Uniti».
Prima uscita pubblica di Callista Gingrich: «Vogliamo che la Svizzera diventi il quinto investitore diretto negli Stati Uniti».
BERNA - Finito lo shutdown si torna a comunicare. È il caso della nuova ambasciatrice statunitense a Berna, Callista Gingrich, che in Svizzera sembra essersi ormai ambientata. Primo perché i suoi antenati materni erano originari di Coira, secondo: è in carica ormai da circa un mese.
Ma eccoci dunque a martedì sera, quando la diplomatica ha fatto la sua prima apparizione pubblica nell'elegante Bellevue Palace di Berna. In occasione della cena annuale del consiglio direttivo della Camera di commercio svizzero-americana, ha ringraziato i rappresentanti del mondo imprenditoriale e i funzionari federali per la «calorosa accoglienza» ricevuta in Svizzera, affrontando poi argomenti più seri.
Ambassador Callista L. Gingrich was delighted to meet @SwissAmCham Chairman Berger, CEO Sahgal, State Secretary Hirayama, and business executives at the annual board meeting. Our trade and investment ties make both 🇺🇸 & 🇨🇭 stronger and more prosperous. @TradeGov pic.twitter.com/oNMCo6JgY5
— U.S. Embassy Bern (@USEmbassyBern) November 19, 2025
«Partnership entusiasmante» - La 59enne ha riconosciuto che i dazi sono l'argomento di interesse degli ultimi mesi, esprimendo ottimismo sul fatto che la Svizzera possa concludere un «accordo commerciale storico» con gli Stati Uniti, che «riflette il nostro impegno comune per un commercio equo, equilibrato e reciproco», sottolineando che l'espansione delle relazioni economiche tra i due Paesi è la sua massima priorità.
«Siamo sull'orlo di una partnership entusiasmante» ha aggiunto la repubblicana: «Man mano che le nostre relazioni commerciali diventano più equilibrate e i nostri investimenti aumentano, i nostri valori condivisi ci consentiranno di raggiungere quasi qualsiasi risultato».
Gingrich ha poi accennato ai 200 miliardi di dollari di investimenti promessi nella lettera d'intenti: «Vogliamo che la Svizzera diventi il quinto investitore diretto negli Stati Uniti».
Alcune perplessità - Diversi media svizzeri hanno però espresso perplessità sul discorso dell'ambasciatrice. Il Tages-Anzeiger ha infatti commentato che «quando Callista Gingrich ha preso la parola al suo primo evento ufficiale come ambasciatrice degli Stati Uniti, sembrava che niente più di una leggera brezza avesse turbato le relazioni tra Svizzera e Stati Uniti negli ultimi mesi. Lo shock del Giorno della Liberazione all'inizio di aprile? La speranza di un accordo rapido? Lo sgomento per la penalizzazione del 39% del 1° agosto? L'immagine dei miliardari svizzeri come chiave per lo Studio Ovale del Presidente e il successivo accordo tariffario alla fine della scorsa settimana: per Gingrich, era tutto normale».
Durante lo shutdown statunitense, l'ambasciata a Berna aveva ricevuto l'ordine ufficiale di mantenere il silenzio, durato fino alla scorsa settimana. Tuttavia, dietro le quinte, la fedelissima di Trump, giunta in Svizzera proprio nel mezzo della fase cruciale dei negoziati doganali, ha incontrato più volte nelle ultime due settimane il consigliere federale Guy Parmelin e la presidente federale Karin Keller-Sutter, con la quale giorni fa ha anche fatto visita all'Abbazia di San Gallo.
Ambassador Gingrich had the honor of visiting the Abbey of Saint Gall with President Keller-Sutter in St. Gallen. The Abbey library, established in the 8th century, is a magnificent symbol of Switzerland’s enduring commitment to learning, faith, & culture. ⛪🕮 #CulturalDiplomacy pic.twitter.com/vw9P710JrU
— U.S. Embassy Bern (@USEmbassyBern) November 7, 2025
A differenza dell'ex ambasciatore statunitense a Berna, Edward McMullen, i Gingrich - includendo il marito Newt Gingrich - portano con loro a Berna una rete di fitti legami politici. Del resto, l'82enne ha plasmato la destra americana per decenni, rivoluzionando la strategia del Partito Repubblicano, sostenendo il tycoon durante la sua prima campagna presidenziale ed è considerato uno dei suoi più ferventi sostenitori.





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