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Dalla carta al caos: il grande inganno delle stampanti moderne

Il mondo delle stampanti è sempre più complicato. L’esperto: «I produttori vogliono mantenere il controllo sui loro dispositivi attraverso il collegamento in rete».
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Fonte 20Minuten
Dalla carta al caos: il grande inganno delle stampanti moderne
Il mondo delle stampanti è sempre più complicato. L’esperto: «I produttori vogliono mantenere il controllo sui loro dispositivi attraverso il collegamento in rete».

ZURIGO - Manca l'inchiostro, le cartucce non sono quelle giuste, la stampante non si connette con il computer. Stampare a casa è diventato sempre più complicato, tanto che molte persone preferiscono rinunciarvi del tutto e farlo direttamente in ufficio oppure nei negozi specializzati. 

Ma com'è cambiato il mondo delle stampanti, e perché oggi regna tanta confusione? «In un mondo sempre più digitalizzato, le stampanti sono diventate meno centrali, ma continuano a svolgere un ruolo importante», spiega a 20Minuten Jean-Claude Frick, esperto digitale di Comparis.

«Per molte pratiche – dai contratti ai documenti ufficiali, passando per presentazioni e progetti – il supporto cartaceo resta spesso indispensabile». Un discorso che vale anche per le stampanti dotate di scanner. «Tuttavia, per chi ormai archivia tutto in formato digitale, questi dispositivi stanno diventando progressivamente superflui».

Inoltre, i produttori «cercano di mantenere il pieno controllo sui loro dispositivi attraverso la connessione online e gli aggiornamenti software», prosegue Frick. «Nel caso delle stampanti HP, ad esempio, la stampa online richiede una registrazione e una connessione costante a Internet». Una strategia che solleva dubbi sulla sicurezza e genera irritazione tra molti utenti, soprattutto quando gli aggiornamenti disattivano alcune funzioni o impediscono l’uso di cartucce compatibili di terze parti.

Insomma, una volta era tutto più semplice. «Oggi sono spesso sistemi in rete complessi che servono più al produttore che all'utente».

Tasto dolente: l’obbligo delle cartucce del brand della stampante. «Il blocco delle cartucce è una strategia commerciale che vincola i clienti dal punto di vista economico e ne limita la libertà di scelta», sottolinea l’esperto di Comparis. «Produttori come HP impiegano sistemi di “protezione delle cartucce” che impediscono l’utilizzo di consumabili di terze parti, facendo aumentare significativamente i costi per gli utenti».

Una pratica che, oltre a essere frustrante, è poco sostenibile: spesso le cartucce alternative, perfettamente funzionanti, finiscono scartate. «Per fortuna – aggiunge Frick – esistono produttori meno restrittivi, come Brother, che offrono maggiore flessibilità».

Un altro punto critico riguarda gli abbonamenti software legati alle stampanti. «È un chiaro tentativo di trasformare l’hardware in una fonte di entrate ricorrenti», spiega Frick. «Spesso queste pratiche sono poco trasparenti: funzioni basilari che prima erano gratuite diventano improvvisamente accessibili solo con un abbonamento».

Secondo l’esperto, il rischio è che il consumatore venga vincolato a un sistema chiuso e costoso. «Quando un’operazione semplice come stampare richiede la creazione di un account o la sottoscrizione a servizi come “HP Smart”, il confine con la truffa si fa sottile. È importante scegliere dispositivi che non impongano questo tipo di restrizioni».

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