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SVIZZERAIl software legato alla figlia di Putin usato (anche) dalle polizie svizzere

07.03.24 - 21:01
Il caso Agisoft, programma per ricostruire le scene del crimine in 3d, che dopo la guerra in Ucraina (quasi) tutti stanno abbandonando.
Polca SG
Il software legato alla figlia di Putin usato (anche) dalle polizie svizzere
Il caso Agisoft, programma per ricostruire le scene del crimine in 3d, che dopo la guerra in Ucraina (quasi) tutti stanno abbandonando.

Si chiama Agisoft e viene utilizzato dalle unità di polizia scientifica, per ricostruire in 3d le scene del crimine partendo dalle riprese aeree via drone, evidenziare e catalogare le prove. Il programma è ritenuto tanto affidabile che le sue ricostruzioni sono accettate come prove anche in tribunale. Ma ci sarebbe un ma.

Come riportato dal TagesAnzeiger, il software sarebbe legato - a mò di matrioska - al Cremlino. Questo perché è stato realizzato da un'azienda si San Pietroburgo legata a Geoscan, il più grande produttore di droni in Russia. Geoscan, a sua volta, ha legami con la fondazione statale Innopraktica che ne possiede il 10%. A capo di questa fondazione, infine, c'è Katerina Tikhonova una delle figlie di Putin, e presente sulla lista delle sanzioni dei Paesi occidentali dall'inizio della guerra in Ucraina.

Come scritto dal quotidiano zurighese, Agisoft è stato utilizzato anche dalle forze dell'ordine in Svizzera, e per la precisione dalla polizia cantonale di Berna (dal 2016) e quella di San Gallo (dal 2018). Entrambe le polizie lo hanno depennato a partire dal 2023 e dall'invasione russa dell'Ucraina per «motivi di sicurezza».

Basilea Campagna, invece, ha iniziato a usarlo proprio nel 2023 e Lucerna continua a farlo, ma solo per gestire casi e dati d'archivio.

Ma c'è veramente un rischio relativo alla sicurezza? È possibile che il software abbia altre funzioni nascoste e quindi agisca come un trojan per accedere ai dati. Oppure che Agisoft possa accedere ai computer della polizia attraverso le cosiddette “backdoor”. 

Gerhard Audrey, consigliere nazionale e imprenditore informatico, lo ritiene assolutamente possibile: «Non conosco il software in questione e non posso valutare il pericolo. Ma sappiamo che ci sono Paesi che inseriscono volutamente delle "vie d'accesso" nei programmi per motivi di spionaggio o in caso di guerra informatica».

Anche il rivenditore del software, la società Remote Vision, con sede a Herisau (BE), ha deciso di fare dietrofront per motivi legati proprio alla sicurezza: «Stiamo vagliando prodotti alternativi», spiega il capo dell'azienda Ueli Sager, «al momento Agisoft non ci dà le necessarie garanzie».

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