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SVIZZERA

Nuovi letti in cure intense? «Se ne occupi l'esercito»

Un economista sanitario ritiene che sia necessario un miglior coordinamento nazionale. La politica esorta i Cantoni
20min/Simon Glauser
Fonte 20 Minuten / Noah Knüsel e Daniel Graf
Nuovi letti in cure intense? «Se ne occupi l'esercito»
Un economista sanitario ritiene che sia necessario un miglior coordinamento nazionale. La politica esorta i Cantoni
BERNA - In tutta la Svizzera i reparti di terapia intensiva si stanno riempiendo. E ora molte strutture sanitarie si trovano costrette a creare dei nuovi posti letto "improvvisati". Una situazione però che porta a un peggioramento della qualit...

BERNA - In tutta la Svizzera i reparti di terapia intensiva si stanno riempiendo. E ora molte strutture sanitarie si trovano costrette a creare dei nuovi posti letto "improvvisati". Una situazione però che porta a un peggioramento della qualità delle cure, come fa sapere l'Inselspital di Berna.

L'aumento della capacità andrebbe coordinato direttamente dalla Confederazione, secondo l'economista sanitario Heinz Locher: «Se ne potrebbe occupare il Servizio sanitario coordinato (SSC) dell'esercito». Attualmente quest'ultimo è già responsabile del monitoraggio delle disponibilità in cure intense e del trasferimento interregionale dei pazienti. 

Per Locher il SSC dovrebbe pertanto assumere un ulteriore compito: «Dovrebbe coordinare l'incremento della capacità dei reparti di cure intense durante la crisi». Il servizio sarebbe il punto di contatto ideale per Confederazione, Cantoni e strutture sanitarie.

E in generale - sottolinea ancora l'esperto - ci si dovrebbe focalizzare meno sui posti letto in terapia intensiva: «L'ospedale è una sistema complesso, che in una crisi va ottimizzato nel suo insieme». Si tratta pertanto di tenere conto anche dei letti monitorizzati, necessari per i pazienti a cui non servono le cure intense ma che vanno strettamente sorvegliati. 

Concretamente, per Locher ora è fondamentale disporre di più personale specializzato: «Si potrebbe per esempio ricorrere a persone che hanno lasciato l'attività o che sono andate in pensione». Il SSC le potrebbe poi raggruppare in squadre per la gestione di ulteriori posti letto in cure intense. 

Un miglior coordinamento - È di opinione differente la consigliera nazionale Katharina Prelicz-Huber: «Di sicuro non ci vuole l'esercito per aumentare la capacità dei reparti di terapia intensiva». La rappresentante dei Verdi sottolinea che si tratta di una questione di competenza dei Cantoni: «Se ne deve occupare la Conferenza dei direttori cantonali della sanità in collaborazione con la Confederazione».

Anche Prelicz-Huber ritiene comunque che a livello nazionale nel settore sanitario sia necessario un migliore coordinamento. Ma non tanto per i posti letto in cure intense, bensì «per la sicurezza dell’approvvigionamento di medicamenti e materiale di protezione».

I Cantoni si sono attivati - Nel limite del possibile, i Cantoni starebbero già incrementando la capacità delle cure intense per accogliere i pazienti Covid, afferma un portavoce del Servizio sanitario coordinato (SSC). «Ma un aumento analogo a quello della primavera del 2002 non è più possibile».

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