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Come dare una svolta alla guerra contro i tumori? Secondo un oncologo sangallese basterebbe raddoppiare il prezzo delle sigarette
SAN GALLO - La sua intervista, pubblicata ieri sulle pagine del TagesAnzeiger ha fatto tremare più di un tabagista soprattutto con la sua proposta finale: portare il prezzo del pacchetto di sigarette fino a 16 franchi. Di chi stiamo parlando? Dell’oncologo Thomas Cerny, primario dell’Ospedale cantonale di San Gallo.
Il motivo della sua provocazione è semplice: in Svizzera si muore troppo di cancro e bisogna fare qualcosa di signifcativo. Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica, infatti, i tumori sono la seconda causa di decesso in Svizzera (con 16 675 morti nel 2013). E, come ormai non è più un mistero per nessuno, i fumatori ne sono particolarmente soggetti: il 90% di chi si ammala si concede abitualmente almeno una sigarettina. Secondo Cerny è difficile che vi sia un’inversione di tendenza veramente sostanziale in tempi brevi a meno che non si prendano drastiche contromisure.
L’aumento del prezzo del 200%, secondo un modello già applicato dall’Australia, renderebbe il fumo decisamente meno popolare tra i giovani. Sebbene si tratti di una provocazione il Consiglio federale sta effettivamente valutando di introdurre ulteriori tasse che potrebbero portarne il costo attorno agli 11 franchi. Un percorso che si preannuncia impervio e pieno di ostacoli anche vista l’opposizione di diversi esponenti dei partiti borghesi. «16 franchi è forse troppo ma 10 sarebbe senz’altro efficace», ci conferma Thomas Beutler dell’Associazione svizzera per la prevenzione contro il tabagismo, «avrebbe senz’altro un effetto psicologico dissuasore». Già con l’aumento a cinque franchi «in molti avevano lasciato perdere», conferma la socialista Bea Heim.
