Messa in latino: vescovi svizzeri non prevedono grandi cambiamenti
FRIBURGO - La Conferenza dei vescovi svizzeri (CVS) non si aspetta grandi cambiamenti in seguito alla liberalizzazione della messa in latino. Nei prossimi due mesi le diocesi vedranno di chiarire quali siano la richieste dei fedeli per le celebrazioni con il rito tridentino, ha detto all'ATS Walter Müller, portavoce della CVS.
La diocesi di Losanna, Ginevra e Friburgo ha riferito oggi di voler condurre una consulatazione presso i parroci entro l'inizio di settembre. Attualmente messe ed alcuni sacramenti vengono regolarmente celebrati con la liturgia in latino a Friburgo, Bulle, Losanna, Ginevra e Neuchâtel.
La Conferenza dei vescovi svizzeri discuterà delle conseguenze pratiche del motu proprio "Summarum Pontificum" nella riunione del 10-12 settembre. Secondo Walter Müller, i normali frquentatori delle chiese molto probabilmente non noteranno alcun cambiamento.
In alcuni luoghi verranno eventualmente celebrate un po' più di feste in latino. È anche da supporre che per grandi liturgie come quella natalizia vengano offerti entrambi i riti, il lingua locale e in latino. Ciò avverrà comunque solo se ci sarà la richiesta da parte di un gruppo di fedeli. Un parroco o un vescovo non può imporre una messa in latino di propria iniziativa, ha precisato Müller.
Dal 14 settembre - data in cui entrerà in vigore il motu proprio - la messa potrà essere celebrata quindi in due forme: ordinaria, che segue la riforma liturgica di Paolo VI del '70, che può essere usata sempre e dappertutto, in latino e nelle diverse edizioni volgari; e straordinaria, che viene celebrata secondo i libri liturgici editi da Giovanni XXIII nel '62, sempre in latino.




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