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PICCOLE STORIE«Il Crus mi ha detto "Sei incredibile, l'ultima maglia che volevo indossassi l'hai indossata"

07.12.23 - 07:00
La passione per il calcio e gli incontri “speciali” di Vincenzo Stagno, tesserato dei Seniori 40+ del Lugano.
Vincenzo Stagno
«Il Crus mi ha detto "Sei incredibile, l'ultima maglia che volevo indossassi l'hai indossata"
La passione per il calcio e gli incontri “speciali” di Vincenzo Stagno, tesserato dei Seniori 40+ del Lugano.
«I Seniori? Siamo una grandissima famiglia formata da giocatori fantastici, c'è un ottimo ambiente in squadra».
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LUGANO - È cresciuto con il calcio nelle vene. Sin da piccolo, quando ha cominciato a tirare i primi calci a un pallone, Vincenzo Stagno ha capito che quella passione l'avrebbe accompagnato per molto tempo. E non si sbagliava... Oggi, infatti, il calcio è ancora parte integrante della sua vita, quella valvola di sfogo che gli permette di divertirsi e di staccare dalla routine.

Tesserato nei Seniori 40+ di Lugano, giardiniere di professione, il diretto interessato ci ha raccontato dove ha mosso i primi passi. «A 9/10 anni ho cominciato a giocare a pallone a Varese. Da quell'età non ho più smesso. Nonostante abbia svolto e vinto qualche gare podistica a livello regionale in Lombardia, ho capito ben presto che il calcio mi regalava maggiori soddisfazioni. Dopo aver svolto il militare mi sono definitivamente trasferito in Svizzera, dove tuttora vivo sul Monte Brè, un paese che amo. Anzi ne approfitto per salutare tutti gli abitanti, in particolare i mitici Salva, Bogna e Frenk».

Il presente si chiama... Seniori... «Siamo una grandissima famiglia formata da giocatori fantastici, c'è un ottimo ambiente in squadra. Gioco con Francisco Aguirre, ex bomber di Super League. Nonostante alcune partenze con le quali abbiamo dovuto fare i conti la squadra è stata rifondata nella giusta direzione, anche grazie al prezioso aiuto di diverse personalità importanti dell'ambiente calcistico luganese, come Boris Angelucci, Ivo Wenger e Paolo Brenna. Con Canio Stanco quale nuovo allenatore - senza dimenticare il lavoro preziosissimo di Maurizio Boisco - abbiamo ottenuto cinque vittorie in sette incontri. Non possiamo lamentarci. Mi sento ancora in piena forma, tanto che ogni tanto partecipo ad alcune gare con migliaia di scalini faticosissimi».

Il tuo percorso, in età adolescenziale, ti ha portato a incrociare un certo Valon Behrami... «L'ho conosciuto a Stabio tanti anni fa. Giravamo nella stessa compagnia e ci trovavamo spesso al Bar Svizzero, nel quale abbiamo trascorso diversi momenti speciali che ricordo con tanto affetto. Inoltre abbiamo giocato alcune volte insieme a calcetto a Bizzarone. Un gran signore, un gran giocatore con un'umiltà fuori dal comune. Ha sempre tenuto i piedi ben saldi a terra, anche quando è finito in Serie A, dove non si è mai montato la testa. Mi ricordo che rischiò di dover lasciare la Svizzera, ma dopo una raccolta firme andata a buon fine poté rimanere qui. Ed oggi Stabio lo ricorda ancora con tantissimo affetto». Valon non si è dimenticato di te... «Mi è capitato di vederlo quando si è sposato sul Monte Brè. In quei giorni Valon mi ha chiesto se giocassi ancora, al punto che mi ha detto "Bravo, non molli mai". Ho parlato anche con Lara, persona molto simile a lui, diversa da come viene spesso descritta dalla gente».

Anche con l'attuale allenatore del Lugano Mattia Croci-Torti c'è un ottimo rapporto: «Ci conosciamo dall'infanzia, dato che dopo gli anni a Varese mi sono trasferito nel Mendrisiotto, regione nella quale è cresciuto il Crus. Anche con lui ho trascorso alcune serate che ricordo con molto piacere. Mattia è davvero una bellissima persona, matto come un cavallo, nel senso buono dell'espressione, che ha avuto una gran carriera calcistica. Lo ammiro per quello che ha fatto prima da calciatore e poi da allenatore. Siamo ancora amici e quando ho bisogno dei biglietti per Cornaredo chiamo lui. L'ho visto proprio un paio di settimane fa e mi ha detto "Sei incredibile, l'ultima maglia che volevo che indossassi l'hai indossata", alludendo a quella dei Lugano Seniori».

Il rapporto più stretto è quello che ti lega a un ex giocatore di hockey... «Da anni conosco Christian Stucki, ex di Lugano e Ambrì, che reputo il mio migliore amico. È una persona fantastica, un ragazzo d'oro e un esempio da seguire per tutti gli sportivi che magari meditano di lasciare la loro attività. Quando negli anni scorsi si trovava a Bologna per cercare di riprendersi dal grave infortunio che aveva subito al ginocchio era un po' perso e io gli sono stato molto vicino».

Tornando al calcio, un'altra tappa importante della tua carriera è stata quella al Collina d'Oro: «Esattamente. Dopo aver giocato a Mendrisio sono finito al Collina d'Oro, dove ho incontrato calciatori del calibro di Lodigiani, Perucchi, Apicella, Moresi, l'ex Parma Danilevicius e tanti altri fenomeni. Inoltre non posso dimenticare il presidente Sergio Ermotti, una persona fantastica, che ha sempre dato anima e cuore per questa squadra. Sì, posso dirlo, il mio percorso calcistico mi ha portato a incontrare diverse personalità note del calcio».

Chiudiamo con una rimonta incredibile, portata a termine l'anno scorso al Fanatcalcio. «Quando ci penso non ci credo ancora. A metà campionato avevo 18 punti di ritardo sul primo, a fine stagione ho clamorosamente vinto con il sorpasso decisivo effettuato all'ultima giornata. Devo ringraziare Berardi».

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