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IL SORPASSO... A DUE RUOTELa prima volta del pescatore di Murcia, uno davvero speciale

14.03.24 - 22:14
Pedro Acosta ha già impresse le stimmate del campione
Imago
La prima volta del pescatore di Murcia, uno davvero speciale
Pedro Acosta ha già impresse le stimmate del campione
In Qatar ha brillato e ha infilato anche Marquez con una naturalezza quasi esagerata. Chi se ne frega, poi, se a un certo punto ha dovuto alzare bandiera bianca: in un futuro neppure troppo lontano sarà avversario tostissimo per tutti nella caccia a vittorie e podi.
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LUSAIL - La prima volta non si scorda mai. Figurarsi, poi, quando le prime volte si raggruppano un po’ tutte assieme. Dire che Pedro Acosta fosse attesissimo nel suo debutto nella classe regina è persino riduttivo, considerando che è da quando ha esordito in Moto3 nel 2021, che tutto il mondo che gravita attorno alla MotoGP magnifica il talento di questo figlio di pescatori della Murcia. Uno che a vederlo di primo acchito non ti ispira neanche troppa simpatia, con quello sguardo sempre molto serio disegnato in un viso altrettanto spigoloso. 

Ma siccome per diventare dei grandi campioni non serve essere né belli né simpatici (ma simpatico, invece, Pedro sta dimostrando di esserlo, adesso che sia sta via via liberando di quella timidezza da ragazzino precipitato troppo velocemente, e con aspettative altissime, nel mondo dei grandi) ma essere dotati di un grande talento – e quello del Tiburon, il pescecane spagnolo lo è –, unito a una altrettanto capacità di lavorare sodo e impegnarsi, beh, fino a questo momento Acosta sembra avere tutti i documenti in regola.

Non vinci due Mondiali in tre anni, resistendo a una pressione pazzesca che ti impedisce persino di goderti quello che stai facendo, se non sei uno speciale. E non esordisci come ha fatto lui in MotoGP se non hai già impresse le stimmate del campione che potrebbe dominare in futuro. Se Acosta aveva qualche dubbio su quello che avrebbe potuto fare nel primo weekend in MotoGP, se lo è tolto prestissimo. Già nei test invernali aveva impressionato tutti, per la velocità immediata su una moto da 300 cavalli, certo, ma ancor più per la lucidità e attitudine proprie di un veterano.

Ma poi è arrivato il Qatar… e a un certo punto Pedro si è permesso persino di attaccare e infilare il pilota che dal 2013 ha scritto pagine indelebili della storia del motociclismo. «È stato come perdere la verginità», ci ha reso su il pilota della GasGas nel raccontare quel sorpasso a Marc Marquez a metà del GP di domenica. E chissà quale è stato il vero pensiero che è passato nel cervello di Marc, nel vedere colui che è destinato a diventare suo erede, attaccarlo con una facilità e naturalezza sembrate quasi esagerate già nella sua prima gara in classe regina. Perché in quei giri nei quali Acosta si è trovato ai piedi del podio, davanti a lui Francesco Bagnaia sempre più lontano, quindi Brad Binder e Jorge Martin che per un po’ devono anche essergli sembrati attaccabili, hanno fatto capire a tutti che il ragazzino un giorno neppure troppo lontano sarà avversario tostissimo per tutti nella caccia a vittorie e podi. Chi se ne frega, poi, se a un certo punto ha dovuto alzare bandiera bianca, per le gomme finite e un po’ di dolore alle braccia per domare la sua GasGas. Acosta voleva capire quanto agevolmente sarebbe riuscito a restare con i migliori piloti del mondo. E voleva far capire agli altri che da adesso ci sarà da fare i conti anche con lui. E questo vale già come mezza vittoria.

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