Ambrì e Lugano, verdetto-derby? La smentita è servita
Ambrì e Lugano sono usciti dal derby con convinzione e velocità diverse.
AMBRÌ / LUGANO - Strana cosa lo sport: non appena si crede di aver inquadrato la situazione, di aver avuto la conferma delle proprie teorie, ecco che tutto cambia velocemente. E gli stravolgimenti sono ancor più violenti quando c’è di mezzo un derby.
Cosa dire, per esempio, di quanto successo ad Ambrì e Lugano? Uno di fronte all’altro, venerdì, hanno “provato” il loro valore. I biancoblù hanno mostrato di avere carattere ma anche e soprattutto di peccare in quanto a continuità e pericolosità offensiva. Pur imperfetti, i bianconeri hanno invece confermato di essere pericolosissimi e, se capaci di crescere, di poter coltivare succose ambizioni: non vinci una sfida tanto delicata se non hai i crismi della grande squadra. Tutto definito? Passano appena 24 ore e ogni certezza viene ribaltata, come l’umore dei componenti delle due rose. Costretti alla sempre faticosa trasferta di Ginevra, i sopracenerini hanno infatti saputo esprimersi sugli stessi livelli degli ultimi due terzi della stracantonale. Così facendo, approfittando dei problemi di un avversario opaco e con un portiere “di scorta”, si sono regalati un successo divenuto larghissimo dopo 40’ di sgomitate. Senza spremere i suoi, Luca Cereda ha avuto ottime risposte. Ha ottenuto l’intensità da sempre domandata e pure quei gol che a lungo sono mancati. E così ha potuto mettere in archivio una settimana cominciata con grande preoccupazione e conclusa con 7 punti, 17 reti segnate (su 32 totali della stagione) e il settimo posto della classifica. Appena un punto sotto un Lugano che invece continua a divertirsi - se è questo il verbo azzeccato - sulle montagne russe. I sottocenerini hanno vinto il primo derby della storia alla Gottardo Arena? Vero. Su quella pista hanno però pure consumato l’intera scorta di energia fisica e mentale del fine settimana. Sabato, contro un Losanna che in questo inizio di campionato è stato tutt’altro che irreprensibile, sono così presto deragliati. Hanno colpevolmente cominciato sotto ritmo e poi, altrettanto colpevolmente, quando hanno tentato di reagire al vantaggio vodese hanno avuto poco equilibrio facendosi infilzare in contropiede. Non è il momento di preoccuparsi, il lavoro è appena cominciato e serve tempo perché il sistema di gioco venga assimilato - lo ha più volte ripetuto anche coach McSorley -; gli alti e bassi “mentali” mostrati in queste settimane devono tuttavia essere corretti in fretta o alla lunga rischiano di diventare estremamente pericolosi. Tempo per crucciarsi, in ogni caso, i bianconeri non ne hanno. Già domani saranno in pista. Non per il campionato; c’è l’Europa che chiama...