Cuore, mente e opportunità

La nostra Nazionale ha prenotato il posto per il sesto mondiale di fila. E venerdì 5 dicembre conoscerà i suoi avversari. Alcuni giocatori cresciuti in Svizzera vivranno però il sorteggio di Washington sotto altri colori: Kosovo, Albania e Bosnia (tutte impegnate nei playoff)
La nostra Nazionale ha prenotato il posto per il sesto mondiale di fila. E venerdì 5 dicembre conoscerà i suoi avversari. Alcuni giocatori cresciuti in Svizzera vivranno però il sorteggio di Washington sotto altri colori: Kosovo, Albania e Bosnia (tutte impegnate nei playoff)
LUGANO - Il cuore. La mente. L’opportunità. E molto altro ancora. Per i giocatori con il doppio passaporto la scelta di abbracciare i colori della propria nazione d’origine o quelli rossocrociati non è mai solo bianca o solo nera. Le sfumature sono molteplici. E variano da caso in caso.
Poi chiaro una volta fatta la scelta il giocatore dirà che è stata dettata solo “dal cuore” come negli ultimi casi di Albian Hajdari e Leon Avdullahu, speranze elvetiche che hanno abbracciato il Kosovo. E che sono già considerate delle piccole star in Patria. Tanto che Granit Xhaka - vera e propria icona kosovara nel mondo e solitamente idolatrato - nell’ultima partita a Pristina è stato sonoramente fischiato per essersi permesso di dire (rispondendo alla domanda di un giornalista) che i due forse avevano «avuto poca pazienza».
Apriti cielo. Perché in molti hanno interpretato le parole del capitano della Nati come un’accusa ai giocatori di aver preso la strada più facile. La via più comoda. Quella che portava a Pristina. Non solo quella del cuore, quindi. Ma anche quella dell’opportunità. E la certezza di avere lo status di Nazionale praticamente assicurato. Un bel atout anche da giocare con il proprio club di appartenenza.
Ma nell’equazione rientra anche un altro attore. Ovvero la nostra Nazionale. Che non sempre ha giocato benissimo le proprie carte per trattenere le sue giovani speranze. Qualcuno obietterà che “chi non ci vuole, non ci merita”. Verissimo. Però, proviamo anche a metterci nei panni di un Hajdari, giovane talentuoso da tempo nel gruppo - aveva anche esordito nell’amichevole di marzo con il Lussemburgo - che si vede superare nelle gerarchie da Stefan Gartenmann, onesto difensore di 28 anni, nato e cresciuto in Danimarca, che gioca nel Ferencvaros e ha ricevuto il passaporto qualche giorno prima. Insomma, un po’ possono anche girare.
I casi degli ultimi tempi - aggiungiamoci anche il giovane Eman Kospo che ha scelto la Bosnia e il bianconero Amir Saipi sempre il Kosovo - non sono però stati i primi e probabilmente non saranno gli ultimi. Tra quelli passati il più eclatante (e doloroso) rimane certamente quello che riguardò Ivan Rakitic, talento cristallino sbocciato nel Basilea che dopo aver abbracciato la Croazia diventò tra i centrocampisti più forti e completi al mondo. Una perdita colossale.
Giocatori (in attività) con presenze nelle giovanili svizzere prima del cambio:
1. Albian Hajdari (Hoffenheim) - Kosovo - 12 milioni
2. Leon Avdullahu (Hoffenheim) - Kosovo - 12 milioni
3. Berat Djimstiti (Atalanta) - Albania - 6 milioni
4. Charles Pickel (Espanyol) - R.D. Congo - 3 milioni
5. Haris Tabakovic (Borussia M.) Bosnia - 2,5 milioni
6. Nedim Bajrami (Glasgow Rangers - Albania - 2,5 milioni
7. Amir Saipi (Lugano) - Kosovo - 2 milioni
8. Eman Kospo (Fiorentina) - Bosnia - 1,5 milioni
9. Arlind Ajeti (Bodrum FK) - Albania - 700'000
10. Kreshnik Hajrizi (Sion) - Kosovo - 600'000
Valori Transfermarkt








